Il ministro dell'Economia, Giarcarlo Giorgetti, con il presidente del Mes, Pierre Gramegna (Ansa)

l'incompiuta

Da Bruxelles ancora un monito all'Italia per la ratifica del Mes

Francesco Bercic

Il richiamo da parte di un funzionario Ue a Giorgetti sulla riforma del Fondo salva stati: "Il processo di ratifica va rispettato". Lunedì prossimo la riunione dei ministri finanziari europei

C'è una riforma che manca all'appello di oggi, quando il governo incontrerà le opposizioni per discutere di presidenzialismo, anutonomia differenziata e premierato. È la ratifica del Mes, chiesta a gran voce dall'Europa ma rimasta finora incompiuta. Le pressioni da parte di Bruxelles continuano da mesi e, nelle ultime settimane, stanno raggiungendo probabilmente il loro apice: basti pensare alla riunione dell'Ecofin di dieci giorni fa, dove il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha commentato in toni spazientiti l'esitazione del governo italiano. Ieri è arrivato l'ennesimo richiamo da parte di un funzionario europeo: "La ratifica è una prerogativa dei parlamenti nazionali e dobbiamo rispettare questo processo". Fino alla richiesta di rendere noto "quando l'Italia intenda ratificare il Mes".

 

La data cui si guarda questa volta è il prossimo lunedì, quando i ministri finanziari dell'Ue si incontreranno ufficialmente per discutere di crisi bancarie, legate al crollo a breve distanza delle quotazioni di Svb e di Credit Suisse. Ma, dietro le quinte, sarà un'altra occasione di confronto fra Giancarlo Giorgetti e gli omologhi rappresentanti europei sulla riforma del Fondo salva stati.

 

Si preannuncia tuttavia un muro contro muro, perché la posizione del Mef rimane, per ora, sempre la stessa: il governo spinge per una modifica che allarghi il perimetro del trattato facendone uno strumento di crescita non solo emergenziale. E, in questo modo, si perpetua il circolo vizioso che paralizza la riforma: per poter intervenire sul testo, infatti, Bruxelles chiede il sì di tutti i paesi, Italia compresa.

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