Arnaud Montebourg

Editoriali

I gioielli della sovranità francese. La Segault rischia di passare agli americani

Redazione

La multinazionale Flowserve Corporation vuole acquisire l'azienda punta del made in France in una operazione totale da 245 milioni di dollari. In protesta, l'ex ministro Arnaud Montebourg si offre di comprarla

Segault, fondata nel 1921, è uno dei gioielli del made in France. La sua sede è a Mennecy, vicino a Parigi, e i suoi dipendenti sono circa un’ottantina. Specializzata nell’industria nucleare, questa azienda di rubinetteria ha molti clienti di peso, come Naval Group, il colosso della difesa, a cui fornisce i rubinetti altamente tecnologici delle caldaie che equipaggiano i sottomarini a propulsione nucleare francesi, tra cui il Suffren, così come la portaerei Charles de Gaulle. Presto, però, potrebbe finire in mani americane. La multinazionale statunitense Flowserve Corporation ha lanciato un’Opa per fagocitare la casa madre di Segault, la canadese Velan, per un totale di 245 milioni di dollari. “Con il suo solido posizionamento sui mercati del nucleare, della criogenia, dell’industria, della difesa, e il suo portafoglio di prodotti altamente complementari, l’aggiunta di Velan rafforza la nostra strategia di diversificazione”, ha dichiarato Scott Rowe, presidente di Flowserve.

 

Ma l’offerta americana non è gradita a tutti a Parigi, a maggior ragione in un momento in cui si parla molto di sovranità industriale e tecnologica. A guidare la protesta contro l’ennesima vendita di un gioiello nazionale è l’ex ministro socialista dell’Economia Arnaud Montebourg. In una lettera indirizzata all’attuale titolare dell’Economia, Bruno Le Maire, ha invitato il governo a “vietare” la vendita di Segault perché fa parte di quelle “imprese sensibili della base industriale e tecnologica di difesa (Bitd)”, le sue attività sono “indispensabili alla difesa nazionale”, ed “equipaggia tutte le nostre centrali di produzione elettrica di origine nucleare”. Un eventuale passaggio sotto il controllo americano sarebbe, secondo Montebourg, “dannoso per gli interessi della nazione”. La soluzione per bloccare la vendita? Montebourg stesso si è offerto come acquirente attraverso la propria società, Les Équipes du made in France, e l’aiuto del fondo di investimento Otium Capital.

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