Cosa vuol dire per l'Italia avere distretti manifatturieri che crescono più di quelli tedeschi

Oscar Giannino

Secondo una rilevazione di Intesa San Paolo, nel terzo trimestre del 2022 i distretti manifatturieri italiani sono cresciuti del 19,6 per cento rispetto all'anno precedente. È il segno che quello che funziona bene può persino migliorare

Guardando i dati reali dell’economia, oltre a gap e guai bisogna sempre considerare ciò che in Italia non solo resiste, ma funziona bene e migliora. Perché è quella, la parte di impresa che crea export, crescita di valore, migliore occupazione e miglior reddito per chi ne è occupato. Conforta ad esempio la rilevazione di Intesa San Paolo al terzo trimestre 2022 dei dati relativi ai distretti industriali italiani, con una crescita del 19,6% rispetto ai primi 9 mesi 2021 malgrado l’esplosione dei costi energetici e le difficoltà nelle supply chain e commercio mondiale. Meglio dei distretti della manifattura tedesca. Ed è straordinariamente utile il report congiunto presentato da Fim-Cisl e REF Ricerche sulla metalmeccanica, sia per gli andamenti industriali sia per tutti gli aspetti relativi ai quasi 2 milioni di occupati di ciò che resta una parte essenziale della manifattura italiana, a propria volta ormai pressoché pari a quella tedesca come percentuale di valore aggiunto sul pil, più che doppia del dato francese e spagnolo.

 

Le sue 70 pagine con 90 grafici dovrebbero essere divorati dai politici. Non solo per capire come mai la metalmeccanica italiana abbia risposto meglio di quella tedesca allo tsunami dei prezzi energetici e  global value chain: fatto 100 il livello 2015 della produzione metalmeccanica esclusa l’auto, oggi è a 110 in Italia e a 103 in Germania. Perché i suoi investimenti (saliti al 28% del totale del suo apporto di valore aggiunto) sono ben superiori al prepandemia, a differenza dei tedeschi. L’altro aspetto rilevante è su che cosa ciò comporti nella società. L’esame comparato della qualità del lavoro metalmeccanico italiano (formazione, infortunistica, retribuzione e relativi divari) è piena di spunti. Il lavoro del settore è migliore perché la contrattazione è migliore, l’irregolarità del lavoro è inferiore di un bel po’ anche a quella dell’industria che è meno della metà di quella totale dell’economia italiana, i salari sono migliorati rispetto a ogni altro settore nel 2010-2020 anche grazie all’aumento di produttività e alla copertura dell’inflazione spalmata negli anni dall’IPCA. Ma Putin ha regalato anche ai metalmeccanici un calo dell’8% in termini reali della retribuzione. Come recuperarlo nel 2023? Contratti decentrati alla tedesca o alla svedese? Ne riparleremo.

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