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Pil oltre le aspettative, nonostante la crisi energetica

Redazione

L’Istat alza la crescita 2022 (+3,9 per cento). Sono due punti decimali in più rispetto al +3,7 per cento della Nadef aggiornata dal ministro Giorgetti un mese fa. Buone notizie anche sull'occupazione (+4,3 per cento)

Nonostante i timori e gli allarmi, più che giustificati data la crisi energetica, l’economia italiana va sempre meglio. Secondo l’Istat, infatti, il pil italiano nel 2022 crescerà del 3,9 per cento. Sono due punti decimali in più rispetto al +3,7 per cento della Nadef aggiornata dal ministro Giorgetti un mese fa, che già aveva rivisto al rialzo la stima di +3,3 per cento della Nadef presentata dal ministro Franco a fine settembre. L’Istat prevede, in termini di unità di lavoro, anche un miglioramento dell’occupazione che crescerà a un tasso superiore al pil (+4,3 per cento) e che proseguirà, seppure in maniera contenuta nel 2023 (+0,5).

 

Dopo un terzo trimestre in cui l’economia ha proseguito la sua fase di espansione ben al di sopra delle aspettative, l’Istat dice che “a novembre gli indici di fiducia delle famiglie e delle imprese hanno mostrato un rialzo interrompendo la fase di flessione che aveva caratterizzato i mesi precedenti”. Per il 2023 il quadro è più complicato, perché più incerto e caratterizzato da segnali discordanti: da un lato migliora la fiducia degli operatori e del mercato del lavoro, dall’altro le imprese manifatturiere indicano l’aumento dei costi energetici come ostacolo alle esportazioni. L’Istat prevede una crescita flebile, pari allo 0,4 per cento (stavolta due decimali in meno rispetto alle stime del governo). In ogni caso, agenzie come Fitch, che avevano previsto un 2023 di recessione al -0,6 per cento, mentre hanno tagliato le stime di crescita del pil globale hanno migliorato quelle per l’Italia (-0,1). Per l’anno prossimo l’Istat si basa su due ipotesi favorevoli: da un lato un rallentamento della corsa dei prezzi energetici, dall’altro la crescita degli investimenti trainati dal Pnrr. I

Insomma, il 2023 non sarà per forza un anno di recessione. Serve un po’ di fortuna sul fronte dei prezzi energetici internazionali, oltre a qualche ulteriore azione coordinata a livello Ue, e un po’ di impegno sul fronte dell’attuazione del Pnrr. E non è detto che l’Italia non possa fare ancora una volta, come  negli ultimi due anni, meglio del previsto.

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