Quanto peserà la crisi energetica sulle bottiglie di vino?

Luciana Rota

Alla Milano Wine Week si fanno anche i conti sull'aumento delle bollette legate alla produzione di vino. Ma il bicchiere è ancora mezzo pieno e c'è fiducia nonostante tutto

Anche nel mondo del vino qualcosa non torna di questi tempi. Nel timore generale della crisi energetica, dei consumi e dei rincari delle materie prime, sembra ci sia poco da brindare. Ma tornano altissimi i calici e sono molto positivi in questa Milano Wine Week, in scena fino al 18 ottobre. Dopo la settimana della moda ecco la festa del vino italiano!

 

È tornata totalmente in presenza la manifestazione, alla sua quinta edizione, e prova a incrociare bicchieri e ottimismo. Punta ai target che contano: quelli dei giovani, consumatori – si spera sempre di più consapevoli sia nella quantità che nella qualità - di oggi e di domani, punta a parlare facile e sorridere. Punta alla leggerezza di bollicine. Perché il mondo del vino sta cambiando. Nonostante e per forza di cose in piena crisi energetica.

 

“L’impatto che stanno avendo i rincari energetici è molto rilevante – dice Luca Giavi, direttore della Doc del Consorzio Prosecco - e bisogna tenere conto che le nostre produzioni necessitano per la conservazione e la produzione delle basi spumante di utilizzo di frigoriferi e quindi energia che viene consumata. Di riflesso ci penalizzano anche l’aumento dei costi di alcune produzioni, come bottiglie e carta per imballaggi ed etichette. Al di là dell’energia c’è poi il tema del potere di acquisto delle famiglie, che stiamo monitorando, c’è una diminuzione della crescita legata ad una crisi economica generale”.

 

Una crisi che si combatte anche stappando una Milano con i suoi quartieri del vino, tutti belli, tutti open mind, non per forza chic, ma popolari. Da raccontare: “Anche per il mondo degli eventi non è una vita facile ma abbiamo intenzione di andare avanti almeno altri cento anni - dice l’organizzatore Federico Gordini – Si fa fatica anche a trovare i professionisti ed è una situazione generale complessa, sia nel settore tecnico dei catering e anche facchinaggio, dopo due anni di Pandemia si è ridisegnato anche questo scenario del mondo del lavoro”.

 

La schiettezza del vino è alla base della resilienza: da capire e approfondire, perché poi sarà lui, il vino, a raccontare questa Italia che lavora, ma non sempre capace di spiegarsi bene, anche nel mondo dei consumi. Lo farà anche a suon di bottiglie di bollicine, forza trainante all’estero, Prosecco DOC,  ma non solo, per fortuna, perché il metodo classico (lo champagne d’Italia) garantito dalle DOC e DOCG, sta facendo pure lui furore, grazie  anche a Federico Gordini, un pavese del mondo che ha trasformato un’idea in una manifestazione di successo andando oltre la pandemia, l’incertezza, la timidezza di un comparto che deve uscire da vecchi stereotipi per vincere. All’estero, spesso, già lo fa. E adesso anche a Milano.

 

Un mondo che resiste. Alla crisi. Alle speculazioni della crisi e all’incertezza di domani. Ma intanto in queste settimane, questo mondo del vino, ha raccolto l’uva, la sta lavorando, e usa tutta l’innovazione (energia compresa) necessaria per un made in Italy di successo. Il problema è che questa innovazione costa.

 

Il nuovo Rapporto di previsione del Centro Studi di Confindustria pubblicato da Federvini analizza così la preoccupante situazione economica: Lo shock energetico abbatte le prospettive di crescita. Pesano inflazione e stagnazione. Il pil italiano, che ha registrato una dinamica positiva nella prima metà del 2022, subisce un aggiustamento al ribasso tra la fine dell’anno e l’inizio del 2023 e poi recupera piano. La crescita nel 2022 (+3,4 per cento) è già tutta acquisita ed è molto superiore a quella che si prevedeva sei mesi fa. Per il 2023, invece, c’è una forte revisione al ribasso rispetto allo scenario di aprile (-1,6 punti), che porta alla stagnazione in media d’anno.

 

E ancora sull’energia che costa e costa tanto al vino, settore definito “energivoro”: i costi energetici delle imprese italiane sono stimati aumentare di 110 miliardi di euro nella media del 2022, per il totale dell'economia, rispetto ai valori pre-pandemia. L’incidenza dei costi energetici sul totale sale da 4,6 a 9,8 per cento, livelli insostenibili, ai quali corrisponde, nonostante un rialzo dei prezzi di vendita eterogeneo per settori, una profonda riduzione dei margini delle imprese.

 

Dopo aver letto questa fotografia – scenario di Federvini – si dovrebbe far fatica a brindare. Eppure alla Milano Wine Week, si incontrano consumatori, professionisti, trend setter, opinion leader, wine lovers sorridenti e abbastanza ottimisti. C’è chi vede il bicchiere mezzo pieno. “Consumi in calo, investimenti in frenata. Il carrello della spesa diventerà sempre più leggero perché il consumatore ha minore disponibilità e il vino non è considerato un bene di prima necessità - spiega Gilda Fugazza, esperta di marketing del vino e presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese – per questo motivo bisognerà trovare un carrello della spesa diverso e saper proporre nel modo giusto il prodotto vino, che diventerà elemento essenziale di una cena, di una socialità positiva, di cui abbiamo tutti bisogno. Su questo pesa in modo positivo la cultura del vino e del food italiano, un elemento 'autoctono' a nostro vantaggio anche in uno scenario internazionale”.

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