Christine Lagarde, presidente della Bce (LaPresse) 

Editoriali

Niente catastrofismo sui mutui

Redazione

Saper distinguere tra emergenze vere e finte. Il caso dei tassi e delle famiglie

La decisione della Bce di alzare il tasso di riferimento, che passa dallo 0,50 a 1,25, allo scopo di raffreddare le tendenze inflazionistiche, sebbene attesa e preannunciata, suscita qualche preoccupazione, soprattutto per l’effetto automatico di aumento del costo dei mutui variabili. Però va detto che se l’aumento può sembrare particolarmente alto, il costo complessivo dei mutui, che resta inferiore alla metà dell’inflazione, resta assolutamente sopportabile, almeno in termini generali. Naturalmente ci sono casi in cui la somma di tutti gli aumenti rende difficile tirare avanti, e le lamentele di chi si trova in questa situazione sono comprensibili. Però il ruolo della Banca centrale e delle altre istituzioni europee è quello di contrastare i fenomeni pericolosi alla loro radice: se si riuscirà a mettere un tetto al costo dell’energia (già calato solo per l’annuncio di questa intenzione) e se si otterrà di fermare la spirale inflazionistica in attesa di ridurla nel medio periodo, bisognerà dire che Bce e Commissione hanno fatto il loro lavoro.

 

Naturalmente in una situazione dominata dall’incertezza sull’esito delle misure di contrasto alla guerra avviata dalla Russia sia sul terreno ucraino sia sui mercati energetici, nessuna scelta è garantita. Per controllare l’inflazione da costi servono misure diverse da quelle necessarie per contrastare l’inflazione da domanda, senza contare l’instabilità anche in campo monetario. Quando questi tre fenomeni si presentano simultaneamente è particolarmente complesso calibrare le misure di contrasto efficaci. Però sottolineare solo i rischi, eccedere nelle lamentele, enfatizzare gli aumenti in percentuale senza tenere conto che alla fine il livello dei tassi è tutt’altro che straordinariamente alto, è fin troppo semplice, addirittura semplicistico. Non si possono pretendere miracoli, ma non si può nemmeno dipingere sempre tutto come una catastrofe, col rischio poi di non accorgersi se e quando (speriamo mai) prospettive davvero incontrollabili dovessero verificarsi. Come nella nota favola, se si grida sempre al lupo si finisce con l’abituarsi e quindi a non dare l’allarme se il lupo arriva davver

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