Paolo Gentiloni e Ursula von der Leyen (Ansa)

Le stime

La Commissione taglia le stime, ma nonostante la guerra l'Ue cresce ancora

David Carretta

Il pil resta positivo, mentre l'inflazione è attesa al 7,6 per cento. Centrale il gas: l'aumento dei prezzi "può soffocare la crescita". L'Italia "si è dimostrata più resiliente del previsto", ma l'anno prossimo rischia di tornare fanalino di coda

Le economie dell'Unione europea e della zona euro continuano a crescere, malgrado la guerra della Russia contro l'Ucraina, le sue conseguenze e tutte le incertezze che si porta dietro. Questa è la notizia positiva delle previsioni economiche estive presentate oggi dalla Commissione. Le stime di crescita sono state riviste al ribasso rispetto alle previsioni di primavera pubblicate a maggio. Ma il pil dell'area euro nel 2022 dovrebbe restare positivo quest'anno e il prossimo (+2,6 per cento nel 2022 e +1,4 nel 2023), così come quello dell'Ue (rispettivamente +2,7 e 1,5 per cento). Dietro le buone notizie ci sono anche quelle cattive. A maggio le previsioni di crescita erano del 2,7 per cento quest'anno e del 2,3 per cento il prossimo. La revisione verso l'alto delle stime dell'inflazione nell'area euro è sostanziale: 7,6 per cento nel 2022 e 4,0 per cento nel 2023 (contro il 6,8 e il 3,2 per cento previsto a maggio). Nell'Ue a 27 l'inflazione dovrebbe salire al 8,3 per cento quest'anno e del 4,6 per cento il prossimo. La peggiore notizia, però, è che tutto potrebbe cambiare per il peggio in caso di taglio totale delle forniture di gas dalla Russia.

 

 

"L'economia dell'Ue rimane particolarmente vulnerabile agli sviluppi nei mercati energetici a causa della sua elevata dipendenza dai combustibili fossili", spiega la Commissione. Le stime attuali dipendono "dall'evoluzione della guerra e in particolare dalle sue implicazioni sulle forniture di gas all'Europa. Nuovi aumenti dei prezzi del gas potrebbero spingere ulteriormente verso l'alto l'inflazione e soffocare la crescita". Con un'inflazione così alta e la stretta di politica monetaria in arrivo aumentano i "rischi per la stabilità finanziaria". Per l'Italia c'è una brutta notizia in più. La crescita quest'anno è stimata al 2,9 per cento, ma il prossimo anno dovrebbe fermarsi allo 0,9 per cento, il più basso di tutta la zona euro. L'Italia rischia di tornare fanalino di coda.

 

Secondo la Commissione, "l'economia italiana si è dimostrata più resiliente del previsto all'inizio del 2022" grazie alla crescita del settore delle costruzioni. Nel breve periodo il pil sarà sostenuto soprattutto "dall'aumento dell'attività di servizi" dovuto alla fine delle restrizioni Covid. "Tuttavia, la perdita del potere d'acquisto reale delle famiglie, il calo della fiducia delle imprese e dei consumatori, i persistenti colli di bottiglia nell'offerta e l'aumento dei costi di finanziamento adombrano le prospettive economiche" dell'Italia, avverte la Commissione. Secondo le previsioni, "gli investimenti sono aumentati a ritmi elevati nel primo trimestre del 2022 e continueranno a essere supportati dall'attuazione del Pnrr", ma "il deterioramento delle prospettive della domanda e l'aumento dei costi di finanziamento intaccheranno gli investimenti delle imprese, in particolare in macchinari e attrezzature". Inoltre, "i rischi per le prospettive di crescita" dell'Italia "sono orientati al ribasso, in particolare in vista di potenziali interruzioni dell'approvvigionamento di gas naturale", dice la Commissione.

Le previsioni economiche estive non contengono stime sul deficit e sul debito. Ma l'avvertimento sulla stretta monetaria e “rischi per la stabilità finanziaria” è indirizzato ai paesi ad alto debito come l'Italia. Le previsioni, poi, non includono il “rischio politico” che attraversa il paese. L'incertezza sulla durata del governo di Mario Draghi e sull'esito delle prossime elezioni possono solo peggiorare le cose. La realizzazione degli investimenti e delle riforme del Pnrr diventa ancor più necessaria se l'Italia vuole avere uno 0,9 per cento di crescita del pil nel 2023.

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