la protesta

Taxi contro il ddl Concorrenza, bombe carta e fumogeni fuori da Chigi

Continua la protesta dei tassisti contro l'articolo 10 del disegno di legge. Sono circa un migliaio a pochi metri da Piazza Colonna, su via del Corso. Cori contro il governo e Uber

Redazione

Sono venuti da tutta Italia a fare barricate contro la liberalizzazione del settore e ora bloccano il centro di Roma. Sono circa un migliaio i tassisti che protestano contro l'articolo 10 del disegno di legge sulla Concorrenza oggi nella Capitale, ne chiedono lo stralcio e non hanno intenzione di sospendere la protesta finché non riceveranno un segnale da parte delle forze politiche. 

Alla fine di giugno i rappresentanti della categoria avevano incontrato il viceministro dei Trasporti Teresa Bellanova ma dall'incontro era emersa una fumata nera. Così, all'inzio del mese di luglio, è stato proclamato uno sciopero che ha riscosso una fortissima adesione. 

Ad agitare il settore è il tentativo di introdurre una forma di concorrenza nel trasporto pubblico non di linea, dunque taxi e noleggio con conducente (Ncc). L'articolo 10 del ddl Concorrenza - che conferirebbe di fatto una delega al governo per riformare il settore - fa riferimento a un "adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni web", e alla "promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze". Da qui le barricate: da una parte i tassisti non vogliono parità di condizioni con servizi quali Uber e Lyft, dall'altra temono di rimetterci i soldi delle proprie licenze costate migliaia di euro. 

"E' comprensibile il malcontento e la protesta", ha spiegato pochi giorni fa al Foglio l'economista dei Trasporti Andrea Giuricin, "ma i cittadini non possano scontare questa stortura. Lo stato potrebbe intervenire con degli incentivi, un po' quello che succederà con i balneari, per poi liberalizzare il settore”.

Sul disegno di legge attualmente all'esame della Camera incombono le scadenze del Pnrr. L'intenzione del governo è tirare dritto con il progetto di liberalizzazione. 

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