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Il piano

Ecco il nuovo tesoretto del governo per combattere il caro energia

Redazione

L'esecutivo sta pensando a un nuovo intervento tra i 6 e gli 8 miliardi, proveniente dall'extragettito senza bisogno aumentare il deficit, per ridurre l'impatto degli aumenti delle bollette energetiche su famiglie e imprese

I nuovi importi delle bollette per il terzo trimestre saranno comunicati oggi dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambienti) e secondo le previsioni si profila una nuova batosta per i cittadini. Secondo gli ultimi calcoli di Nomisma energia l’elettricità potrebbe aumentare del 17 per cento e il gas del 27. Inarrestabile anche il rialzo della benzina. La settimana scorsa la verde è arrivata a 2,073 euro al litro (in rialzo di 1,05 centesimi, più 0,51 per cento rispetto alla settimana prima). Per questo motivo il governo sembra intenzionato a utilizzare un ulteriore “tesoretto”, proveniente dall’extragettito, per continuare ad arginare il caro energia e ridurre l’impatto dei maxi-aumenti su famiglie e imprese.

   
Entro domani è prevista la presentazione al Parlamento dell’assestamento di bilancio, con l'aggiornamento delle previsioni di finanza pubblica e “in tale occasione” l’esecutivo “valuterà la fattibilità finanziaria di ulteriori misure per calmierare il costo dell'energia a valere sulla restante parte dell'anno” scrive il ministero dell'Economia nell'aggiornamento del quadro economico e di finanza pubblica contenuto nel Programma trimestrale di emissione appena pubblicato. Stando ad alcune fonti indicativamente si potrebbero rendere disponibili tra i 6 e gli 8 miliardi di euro. Che in linea di massima potrebbero essere utilizzati soprattutto per prorogare e rafforzare crediti di imposta e fondi di garanzia. Sarebbero insomma destinati in prevalenza alle imprese, posto che con l’ultimo decreto energia le famiglie più bisognose sono già riprotette.

   
L’economia, momentaneamente, è in buona salute e questo libera nuovi spazi di bilancio che il governo può sfruttare senza bisogno aumentare il deficit. “L’economia italiana ha ripreso slancio dopo una partenza lenta a gennaio. Il robusto incremento del Pil previsto per il secondo trimestre dovrebbe portare la crescita acquisita” nel 2022 “in linea, se non al disopra della previsione media annua del Def (3,1 per cento)”, scrive il Mef nell’introduzione al programma di emissione di titoli pubblici nel terzo trimestre dell’anno.
La seconda metà dell’anno, ad ogni modo, “si presenta più sfidante, anche per via della salita dei tassi di interesse e dello spread, ma la crescita trimestrale del Pil dovrebbe rimanere lievemente positiva”, aggiunge il ministero dell’Economia e delle Finanze.

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