Sorpresi dal solito blackout a Milano. Ecco le cause e le risposte di Unareti

Daniele Bonecchi

Capita sempre più spesso. Secondo i tecnici della società controllata al 100 per cento A2a la colpa è del climate change che ha portato anzitempo in città un’ondata di calore inattesa e che ha fatto aumentare i consumi del 35 per  cento rispetto all’anno scorso

Non siamo al coprifuoco ma capita sempre più spesso che a Milano il blackout lasci al buio, e al caldo, e senza web (senza energia elettrica) interi quartieri della città. La risposta – secondo i tecnici di Unareti (la società controllata al 100 per cento A2a) – è il climate change. Che ha portato anzitempo in città un’ondata di calore inattesa e che ha fatto aumentare i consumi del 35 per  cento rispetto all’anno scorso (“volete la pace o i condizionatori?”). “La città di Milano ha una densità nel prelievo di energia che non ha eguali, è molto concentrata, poi negli anni c’è sempre più fame di energia elettrica al punto che i nuovi edifici non hanno più l’allaccio alla rete gas, ma usano le pompe di calore e l’energia a induzione per alcuni elettrodomestici”. Senza contare che le nuove linee del trasporto pubblico (a partire dalle metropolitane), così come le nuove auto elettriche aggiungeranno consumo a consumo. Un problema che andrà affrontato nel tempo, entro il 2030 la flotta Atm sarà completamente elettrificata, e per allora la “potenza di ricarica” dovrà essere enormemente maggiore di oggi. Atm ha comunque già già messo in attività i primi  In questi giorni sono entrati in servizio i primi charger hi-tech, postazioni per la ricarica elettrica degli e-bus: perché l’energia dei trasporti dovrà essre completamente sganciata da quella civile. Ma il cittadino, e non solo, oggi si domanda: “Come mai ogni anno è la stessa solfa?”. E’ presto detto, secondo i tecnici di Unareti: “Sotto terra a Milano ci sono 7.200 chilometri di cavi per distribuire l’energia, connessi attraverso giunti che risentono dello stress energetico. Rete che ha diversi decenni ed è inadeguata rispetto ai consumi cresciuti in questi ultimi anni”. Unareti è in grado di intervenire da remoto per ripristinare i guasti, evitando blackout biblici, ma se – come succede in questi giorni – si verificano due guasti sulla stessa linea, deve uscire una squadra di pronto intervento: scavare, trovare il guasto e riparare. A2A con Unareti, nel piano industriale recentemente approvato, è corsa ai ripari con oltre 1 miliardo (120 mln del 2022) per adeguare la rete ed essere in grado di distribuire più energia. Obiettivo concreto sostituire i cavi e costruire nuove cabine primarie per la trasformazione dell’alta tensione in energia fruibile. C’è da tener conto che una cabina costa circa 15 milioni ed è grande come un palazzo di 8 piani. Ne serviranno una decina, oltre ad altre 200 cabine secondarie. Tutto ciò potrebbe essere realizzato entro il 2026. Nel frattempo non resta che osservare i suggerimenti da boyscout di Unareti: climatizzatori non al di sotto dei 27 gradi; se i condizionatori sono accesi chiudere le finestre; lavatrici e lavastoviglie solo la sera; spegnere sempre le luci; negozi con le porte chiuse. Unareti sta affrettando i tempi, ma ci vorranno altre estati a rischio. Senza contare che a Milano la richiesta di energia cresce. E che la crisi del gas si sovrapporrà a quella, più tecnica, della distribuzione. 

Di più su questi argomenti: