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"sì, ma non qui"

Piombino, capitale mondiale del Nimby contro il rigassificatore

Redazione

Un nuovo tassello nella saga dei No. Le proteste contro il rigassificatore galleggiante adesso partono da enti locali che lamentano di non essere stati coinvolti. Dovrebbero capire che si tratta di un pilastro fondamentale della strategia per ridurre la dipendenza energetica italiana dalla Russia

La saga dei no italiani si arricchisce di  un tassello. Stavolta sono alcuni abitanti ed enti locali che contestano la scelta del governo di collocare a Piombino, nella banchina del porto, un rigassificatore galleggiante. Lamentano di non essere stati coinvolti nella decisione, di non aver potuto scegliere su una faccenda che ritengono importante per la città e che ci siano problemi di sicurezza. Ma sono le solite formule di chi in Italia si oppone a qualsiasi cosa, gli stessi refrain che si presentano ovunque per ogni nuova grande opera (basta andare a vedere gli argomenti che si usavano contro il Tap in Puglia). Rispetto alla questione del coinvolgimento, dipende cosa si intende: se servono maggiore dialogo e informazioni è giusto che il governo se ne faccia carico, ma non può esistere un diritto di veto degli enti locali su questioni strategiche per l’interesse  nazionale. I cittadini di Piombino che si oppongono dovrebbero capire che non è una decisione che coinvolge soltanto loro, ma di un pilastro fondamentale della strategia per ridurre la dipendenza energetica italiana dalla Russia.

Insomma, in ballo c’è il futuro prossimo dell’economia e della sicurezza nazionale, e di tempo non ce n’è neppure molto. Sul tema ambientale, invece, non è detto che l’impatto sia così nocivo come sostenuto dai comitati. Un cambiamento ci sarà sicuramente vista l’imponenza della nave, lunga quasi 300 metri, e il governo può prevedere delle compensazioni per la città, ma non ci sono problemi di sicurezza. Inoltre il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha ribadito che la nave sarà una soluzione temporanea, per uno o due anni. C’è poi da considerare  che Piombino non è stata scelta in maniera casuale: la città è in una posizione strategica, sia rispetto alle rotte di navigazione per ricevere il Gnl sia per immettere il gas nella rete nazionale. Che nemmeno una guerra in Europa e il rischio di un inverno di razionamenti e al freddo facciano comprendere la necessità del progetto è incredibile. Anche in un paese troppo abituato a dire “sì, ma non qui”.

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