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Caltagirone esce dal patto con Del Vecchio. Cosa cambia per Generali

Mariarosaria Marchesano

Si va verso il rinnovo del cda con una lista autonoma, il gruppo si lancia in una strategia stand alone. "La funzione del patto è superata", ha spiegato l'imprenditore

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel (quasi) sereno: Francesco Gaetano Caltagirone ha deciso di recedere dal patto di consultazione che con Leonardo Del Vecchio e la Fondazione Crt ha sottoscritto per chiedere un cambio di passo nella gestione del gruppo Generali e presenterà una propria lista per il rinnovo del cda. La funzione del patto è “superata”, ha scritto l’imprenditore romano in una nota inviata agli altri pattisti, funzione che era quella di “favorire la consultazione delle parti in vista delle determinazioni da assumere in occasione della prossima assemblea di Generali”.

 

Nella stessa lettera Caltagirone critica duramente l’atteggiamento del Leone che non sarebbe stato disponibile al confronto con i pattisti, e anzi, ha ignorato le istanze di cambiamento proposte presentando un piano nel solco della gestione portata avanti finora. Che cosa vuol dire tutto questo? Di sicuro che il patto cesserà di esistere e che Caltagirone andrà avanti per la sua strada perseguendo una strategia che si potrebbe definire “stand alone”. Ma sarebbe affrettato arrivare alla conclusione che il fronte dei soci che non condividono l’attuale gestione di Generali, sostanzialmente nelle mani di Mediobanca, si è spaccato o che sono emerse delle divergenze.

 

Secondo alcuni rumors, il motivo che rende necessario superare il patto starebbe in un problema di tipo regolatorio che potrebbe sorgere con l’Ivass, l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, sulle autorizzazioni necessarie per superare la soglia del 10 per cento di capitale (il patto è arrivato a superare il 16 per cento ma non si sa di quanto perché i suoi componenti si sono svincolati dall’obbligo di comunicazione dimettendosi dal cda di Generali). Caltagirone, Del Vecchio e Fondazione Crt stanno cambiando strategia. Piuttosto che procedere come un fronte compatto, andando incontro a rischi legali, si separano pur continuando a condividere l’idea di portare dei cambiamenti in Generali. Così Caltagirone presenterà la sua lista in assemblea che gli altri due potranno liberamente votare.