Foto Alberto Lo Bianco/LaPresse

Editoriali

Niente tradimenti sulla concorrenza

Redazione

In Cdm arriva un disegno di legge importante. Paletti minimi per esultare

Arriva in Consiglio dei ministri il disegno di legge sulla Concorrenza, un provvedimento del quale il paese ha bisogno da anni. È probabile che si rimobiliterà la stessa coalizione vista sulle pensioni, su Mps, sul pubblico impiego: Lega, sindacati e parti del Pd. Più concorrenza significa pestare i piedi a settori protetti che finora sono stati in grado di sfuggire alle varie direttive europee, a cominciare dalla Bolkestein. E cioè concessioni demaniali, in particolare quelle balneari (oltre 29.700 concessioni marittime di cui 12.166 relative a stabilimenti); il loro nume tutelare è la Lega che ne impedisce la messa a gara, ma anche il semplice allineamento a standard normali.

 

Infatti con il primo governo Conte il Carroccio ne propiziò la proroga al 2034 in nome della stabilità d’impresa, concetto in astratto giusto ma che in questi termini chiude all’ingresso di soggetti e capitali nuovi. Varie sentenze di Tar e Consiglio di stato chiedono di disapplicare le norme italiane a favore di quelle europee, mentre l’Antitrust ha posto la questione direttamente a Draghi. Bruxelles ha inserito il dossier tra le riforme per beneficiare dei fondi Next Generation Eu e fin qui il calendario è stato rispettato.

Non ci sono solo le spiagge ma anche i porti e i bacini idroelettrici, dove la resistenza è multiforme (Lega, sindacati, autorità in carica); e i servizi municipalizzati, dove è il Pd a opporsi – non dovunque – all’apertura a soggetti pubblici e privati, come già per esempio a Milano. Ma c’è un altro aspetto. Dai conservatori aprire alla concorrenza è sempre stato presentato all’opinione pubblica come spalancare le porte ai pericolosi conquistatori stranieri, con conseguenze nefaste sul lavoro e sui prezzi. La storia dimostra il contrario. Basta pensare alla telefonia, al commercio compreso l’online, alle banche, ai mutui. Oltre al bell’esempio delle municipalizzate romane. Alla fine il governo ha tenuto fuori dal testo finale la norma sui balneari, perché il contrasto politico è esteso ed elevato. Non un buon inizio.

Di più su questi argomenti: