le parole del ministro

Contro l'ambientalismo radical chic

Redazione

Affermare che l'ideologia oltranzista ambientalista è peggio della catastrofe climatica, come ha detto il ministro Cingolani, significa riaffermare il principio della neutralità tecnologica. Ecco due approfondimenti sul nucleare dall'archivio del Foglio 

Da quando Roberto Cingolani è stato nominato ministro della Transizione ecologica il suo approccio pragmatico ai problemi climatici, poco emotivo e basato sui numeri, ha più volte urtato la sensibilità degli ambientalisti più ideologici. Ma ieri, nel corso del suo intervento alla scuola di formazione di Italia Viva, il ministro ha definitivamente tracciato una linea: "Il mondo è pieno di ambientalisti radical chic ed è pieno di ambientalisti oltranzisti, ideologici: loro sono peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati, se non facciamo qualcosa di sensato. Sono parte del problema". Parole che pronunciate dal ministro incaricato di definire le politiche ambientali diventano un manifesto: per non "farsi male come mai successo in precedenza", le decisioni verranno prese sulla base di numeri e senza essere guidati dalle ideologie, è la linea del ministro. Che ha scatenato le reazioni di chi si sente chiamato in causa (da Angelo Bonelli e i suoi Verdi a Rossella Muroni con FacciamoEco, ma anche attivisti e accademici che sui social puntano il dito contro "un ministro incompetente al servizio della conservazione più bieca").

Così, l'approccio laico di Cingolani - che riafferma la necessità di avere come bussola la neutralità tecnologica invece di cascare in facili fascinazioni - finisce per aprire le porte anche al nucleare. "Si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione - ha detto il ministro - senza uranio arricchito e acqua pesante. Se a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso è da folli non considerare questa tecnologia". 

Su come procedono i progetti che riguardano la fusione nucleare, il Foglio ha di recente scritto qui. "L' allaccio alla rete del primo impianto dimostrativo è prevista tra il 2040 e il 2050. Non è affatto un futuribile. Anzi: è una data chiave. Quello è il decennio, ricordiamolo, in cui si vorrebbe traguardare la decarbonizzazione dell’economia europea", ha scritto Umberto Minopoli qualche settimana fa. Per capire invece come funziona questa tecnologia, c'è un approfondimento pubblicato nel 2018 che potete leggere qui

 

 

 

 

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