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Il nuovo ceo

Chi è Andy Jassy, il successore di Jeff Bezos

Arriva dal nord degli Stati Uniti, da un sobborgo di New York. Non è un personaggio noto al jet set della finanza ma è un'esperto di clouding, consulente della Casa Bianca. E non c'è da sorprendersi se spesso lo vedremo a Roma e Milano
 

Nonostante fosse chiusa per l’Indipendent Day, la borsa di Wall Street ha comunque dato il benvenuto a Andy Jassy, da oggi nuovo Ceo Amazon. Venerdì infatti le azioni della società erano in rialzo del 2,27 per cento. La decisione era stata annunciata dal fondatore e maggiore azionista Jeff Bezos, che resta presidente operativo ma con maggior tempo per dedicarsi ai progetti di vita, a cominciare dalle esplorazioni spaziali. Jassy non è un personaggio molto noto al jet-set della finanza, che frequenta anche la politica e tiene banco nei dibattiti pubblici. Le sue biografie sottolineano le origini nel nord degli Stati Uniti (nato a Scarsdale, sobborgo benestante di New York), la passione per l’hockey su ghiaccio (è co-proprietario della Seattle Kraken della massima divisione americana), gli studi a Harvard, un matrimonio datato 1997. Tuttavia Jassy non è un absolute beginner, e non poteva essere diversamente.

 

Andy Jassy, in una foto del 2010 (wikipedia)

Ad Amazon ha fondato e diretto nel 2006 la Amazon web service (Aws), che fornisce servizi di cloud on demand al colosso delle vendite online ed a clienti esterni. In pratica il magazzino-dati di Bezos e soci, con ottimi risultati: nei tre capitoli del bilancio 2020, Aws rappresenta il 59 per cento del reddito operativo, ben prima di quanto generato in Nord America (38 per cento) e nel resto del mondo (tre per cento). Ancor più considerando che quanto ai ricavi le proporzioni sono quasi invertite: il 61 per cento dal Nord America, il 27 dal business internazionale, il 12 dal cloud. Questo ha fruttato a Jassy dividendi (ha l’uno per cento delle azioni) e ancora migliori bonus (40 milioni annui gli ultimi tempi), ed un patrimonio netto stimato in 377 milioni di dollari. Nulla in confronto ai 208 miliardi di Bezos, ma niente male. Tra i due non potrà mai esserci competizione – Bezos può teoricamente licenziare Jassy, non il contrario – per quanto l’aneddotica ufficiale riferisca che s’incontrarono a un torneo aziendale di broomball, una forma di hockey su prato, e il neo ceo dette una racchettata al fondatore. Com’è prassi Andy Jassy ha in curriculum interventi a favore della parità di genere ed etnica, e dovrà mettere in pratica i buoni propositi visto che Amazon è diventato il maggior datore di lavoro privato negli Usa e continua ad assumere in Europa e nel resto del mondo, fronteggiando però accuse di controllo ferreo sull’organizzazione del lavoro.

 

Tuttavia ciò che più affascina dell’esperienza del nuovo capo è la sua esperienza nel clouding, un business per molti ancora oscuro ma che rappresenta il futuro delle aziende web private, nonché degli stati alle prese con sempre più massici attacchi hacker. Se per le aziende si tratta di massimizzare i guadagni dalle enormi banche dati di clienti e fornitori, per i governi di questioni di sicurezza nazionale e di geopolitica. Andy Jassy fa parte della National security commission on artificial intelligence, un’agenzia federale che fornisce consulenza alla Casa Bianca. Il rapporto con i privati è sull’agenda dei maggiori paesi occidentali, Italia compresa, che sta studiando un cloud pubblico, assieme ad aziende come Leonardo, per mettere in sicurezza i dati più sensibili, cioè difesa, salute, protezione dei segreti industriali. I principali concorrenti di Amazon sul cloud sono Google-Alphabet, Oracle, Microsoft, Facebook oltre a tutte quelle che si occupano di telefonia. E soprattutto i big più o meno statali cinesi e russi. Dunque se fino ad oggi interlocutori americani dei governi europei sono stati banchieri come Jamie Dimon di JpMorgan, non sarà una sorpresa vedere più spesso Andy Jassy a Roma e Milano.

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