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Elon Musk compie 50 anni. Un bilancio mica male

michele masneri

Trasferito in Texas, ha venduto tutte le sue case. Adesso punta su Marte, e sui condizionatori d'aria

Oggi Elon Musk compie 50 anni: e se generalmente arrivati a questo traguardo ci si chiede cosa si è combinato nella vita lui non dovrebbe farsi troppi problemi o patemi. Ha rivoluzionato l’auto elettrica e il settore aerospaziale, e adesso punta a entrare in quello meno affascinante ma più pratico dei condizionatori d’aria.

 

Già, perché nei giorni scorsi l’immaginifico imprenditore nato in Sudafrica e fondatore della Tesla ha annunciato che si lancerà presto in questa nuova impresa: forse perché da un po’ si è trasferito nel torrido Texas, abbandonando la California per le troppe regolamentazioni, le troppe tasse, le troppe mascherine imposte causa Covid. Adesso abita nella ridente località di Boca Chica, affacciata sul golfo del Messico, casa e bottega: accanto alla stazione da cui spara i suoi razzi nell’intento di conquistare Marte.

 

E chissà se gli arriveranno gli auguri dell’acerrimo rivale Jeff Bezos, che ha sette anni più di lui e che con la sua “Blue Origin” gli contende il dominio stellare (se Musk punta a Marte, Bezos vuole conquistare più modestamente la Luna); proprio nelle ultime settimane il patron di Amazon ha annunciato che lui personalmente il 20 luglio partirà con la sua navicella per un nuovo test, il primo con umani a bordo; con lui ci sarà il fratello Mark e poi un misterioso ospite pagante che ha acquistato il biglietto per la modica cifra di 28 milioni di dollari, e chissà di che parleranno, lo sconosciuto passeggero spendaccione e il craniuto fondatore di Amazon in tutto il viaggio che però si annuncia breve, solo dieci minuti. E un quarto viaggiatore ancora più segreto, forse a scrocco, magari è proprio Musk, e potrebbe essere un regalo da parte dell’antico contendente. Sono supposizioni, naturalmente.

 

Che differenza tra i due, però: uno borghese e roccioso, Bezos, l’altro fricchettone e con l’aria da scienziato pazzo: ultimamente ha venduto tutte le sue proprietà immobiliari, ha detto che vuole possedere solo azioni Tesla e Space X, e chissà poi se è vero. Uno orgogliosamente calvo e l’altro (Musk) che sembra aver investito importanti risorse in ciuffi portentosi che ricrescono di anno in anno. Anche, due immagini pubbliche diversissime. Se Musk è adorato da pubblico e media, al momento c’è invece una petizione online che chiede di lasciare Bezos lassù, sulla Luna, o comunque in orbita, basta che non torni indietro, dal suo viaggio: il quasi bi-centibilionario è considerato infatti un pericoloso affamatore delle plebi, a cui da una parte somministra i libri, dall’altra conta i minuti della minzione operaia per incrementare i fatturati del suo commercio elettronico, che l’ha reso il più ricco del mondo.

 

Mentre Musk al momento è solo secondo, ed è considerato un genio. Oltre che uno strambo e un gran furbacchione: capace, sì, di rivoluzionare il settore dell’auto elettrica, di diventare centimilionario a 30 anni (fondando Paypal), di mettere in vendita tra la varia oggettistica brandizzata sui suoi siti anche un lanciafiamme. Di flirtare col twitter peggio di Calenda: facendo crollare in Borsa i titoli delle sue aziende, poi prendendo multe micidiali dalla Fed; di presentare, vestito da supereroe, una puntata del “Saturday Night Live”, come ha fatto il mese scorso, e anche di chiamare l’incolpevole ultimo dei suoi sette figli X Æ A-12.

 

Un mito, una leggenda in Silicon Valley e anche a San Francisco, dove salta sempre fuori l’aneddoto che tutti hanno con lui o che riguarda lui, come a Roma “ho lavorato con Fellini” o “ho fatto un Film con Woody Allen”, ma poi sono stati tagliati al montaggio. Di sicuro Musk è un grandissimo interprete del nostro tempo, e il suo impero non ci sarebbe senza le sue performance social-attoriali. E se la sua Tesla ha trasformato l’idea di auto elettrica, da bagnarola per ecologisti punitivi a ganzissima macchina per sgommate appetibili anche da maschi alfa patiti dell’idrocarburo (e vale 700 miliardi di dollari, cioè dieci volte la Stellantis italo-franco-americana) si deve non solo ai suoi ingegneri, ma anche alla sua inventiva, che l'ha reso insieme imprenditore, testimonial, e influencer di se stesso.

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