Una “rara storia di successo”, così qualche giorno fa il Financial Times definiva quello che l’industria è riuscita a fare durante la pandemia, nonostante, o forse grazie, a una congiuntura totalmente avversa. Questo conferma che le crisi creano opportunità di cambiamento, ma bisogna saperle cogliere. Già prima della pandemia alcuni segnali mostravano un rallentamento della globalizzazione: lo sviluppo delle filiere a livello internazionale aveva iniziato a frenare dopo la crisi del 2008. Le guerre commerciali, con l’aumento di costi dovuto all’introduzione di dazi, avevano innescato alcuni – limitati – processi di reshoring. Lo scoppio della pandemia ha inciso in maniera decisa sulla logistica e sulla sicurezza degli approvvigionamenti. Lo scrive bene Paolo Bricco in un suo recente pezzo su Il Sole 24ore. Questi due fatti non sono indifferenti rispetto alle dinamiche industriali. E’ prevedibile una accelerazione del processo di ricomposizione delle così dette supply chain, le catene di approvvigionamento. Già oggi le imprese europee stanno concentrando le proprie catene di fornitura sull’Europa.
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