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Sul petrolio il Brasile cresce mentre l'Argentina preferisce la decrescita infelice

Maurizio Stefanini

Nel paese governato da Bolsonaro la produzione è salita del 20 per cento su base annua. In quello guidato da Fernández l'attività estrattiva a Vaca Muerta ha fatto segnare -37%. La differenza tra Stiglitz e il liberismo

Dati di gennaio: la produzione di petrolio in Brasile è salita del 20 per cento su base annua, raggiungendo un record storico. Dati pure di gennaio: è caduta del 37 per cento l'attività estrattiva a Vaca Muerta, giacimento di idrocarburi non convenzionali che era considerata la grande speranza dell'Argentina. Perché questa differenza, in due paesi confinanti? Entrambi hanno presidenti dal profilo piuttosto complicato. Jair Bolsonaro per le sue sparate, che ne fanno un omologo brasiliano di Trump e Salvini. Alberto Fernández perché ancora non si è capito bene se governa lui o è un semplice prestanome di Cristina Kirchner. Però il ministro dell'Economia brasiliano Paulo Guedes è un liberista convinto che Bolsonaro lascia lavorare in pace senza interferire. Il suo collega argentino Martin Guzmán è invece un seguace di Stiglitz il cui profilo è a sua volta fumoso, e che le battute del suo presidente le subisce.

 

In questo caso, in particolare, una battuta fatta in campagna elettorale: “Non ha senso che l'Argentina abbia ricchezze petrolifere se poi si lascia che le multinazionali vengano e se le portino via”. Le “multinazionali” lo hanno infatti preso in parola, e hanno iniziato ad andarsene. Allarmato, il 16 gennaio Fernández ha convocato i dirigenti di Chevron, Shell e altre imprese, per chiedere scusa. “Ho scherzato per prendere voti”, è stato in pratica il messaggio. Però il danno ormai era stato fatto. Al contrario, in Brasile la Shell ha il 25 per cento delle quote di un giacimento off-shore che ironicamente si chiama Lula, e che sta facendo appunto i record. Un altro 10 per cento è della portoghese Galp, e il 65 per cento della statale Petrobras. Ma sono di questi giorni anche i dati che danno il pil brasiliano in crescita del 2,23 per cento e l'inflazione al 3,22. L'Argentina invece ha una inflazione al 50 per cento e un debito da 100 miliardi di dollari che il Fmi ha appena definito “insostenibile”. Intanto da Añelo, cittadina cresciuta su Vaca Muerta, la popolazione se ne sta andando.