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Banking change

Mariarosaria Marchesano

Intesa Sanpaolo segue la scia di BlackRock e mette 50 miliardi su investimenti contro il cambiamento climatico

Milano. Intesa Sanpaolo è pronta a garantire 50 miliardi di euro di investimenti – in aggiunta a quelli già programmati – per accelerare il percorso dell’Italia verso la green economy. “E’ importante accelerare gli  investimenti. Se si trovasse un filone che riporta le aziende a  investire, questo contribuirebbe alla crescita complessiva del  paese”, ha detto il ceo della banca, Carlo Messina, aprendo ieri a Milano il convegno dedicato ai progetti di sviluppo sostenibile. Non è un caso che Messina abbia voluto dare l’annuncio di un nuovo, ingente, impegno finanziario in questo settore il giorno successivo alla pubblicazione della lettera al mercato di Larry Fink, il fondatore di Blackrock, che è anche uno dei principali investitori istituzionali di Intesa Sanpaolo, con una quota pari a circa il 5 per cento del capitale e un valore che, alle attuali quotazioni di mercato, si aggira intorno a 2 miliardi di euro. Fink, che non è un filantropo ma uno degli uomini più potenti di Wall Street e della comunità finanziaria internazionale, ha detto che riposizionerà i capitali allocati in tutto il mondo sulla base di un focus rivolto al “climate change” avvertendo i manager delle società in cui Blackrock è presente che dovranno affrontare il voto contrario dei suoi rappresentanti nei consigli di amministrazione se i progetti d’investimento non saranno allineati a quest’obiettivo strategico.

 

Una posizione molto più incisiva rispetto a quella già contenuta nella lettera di gennaio 2019 di Fink, che sembra ormai deciso a spingere verso un mutamento genetico del capitalismo mondiale che incontra ancora molte resistenze, ma che in realtà è già in atto. E lo è perché, come ha spiegato il presidente del colosso americano, Rob Kapito, al convegno milanese, il cambiamento nasce dalla domanda di una nuova generazione di investitori che vuole conoscere l’impatto sui prezzi e sugli attivi dei rischi legati al cambiamento climatico. “Dunque, non abbiamo scelta: bisogna rispondere al cambiamento e spingere gli altri a cambiare”, ha detto Kapito. In altre parole, per Blackrock il rischio climatico è oggi sinonimo di rischio di investimento e per questo va gradualmente eliminato riducendo l’esposizione verso attività economiche fondate sul carbone, anche se, si potrebbe obiettare, sono ancora queste ultime ad assicurare i maggiori profitti.

  

Come si conciliano, infatti, gli obiettivi di redditività di Intesa Sanpaolo, che nel 2018 ha totalizzato oltre 4 miliardi di utili, con quelli della sostenibilità ambientale e sociale? Secondo il presidente Gian Maria Gros Pietro, “quest’evoluzione sarà  resa possibile dalle formidabili capacità che scienza e tecnologia hanno sviluppato negli ultimi decenni e comporterà un enorme spostamento di risorse con masse di investimento senza precedenti, che contribuiranno allo sviluppo mondiale molto più efficacemente di quanto possa fare la liquidità creata dalle banche centrali”. Per Gros Pietro, salvare il pianeta dall’inquinamento e ridurre le diseguaglianze sociali, non è in contrapposizione con la ricerca di risultati economici. “Le imprese sono in grado di assumere più ampie responsabilità, perché i mercati non le contrastano, anzi, le incoraggiano”, ha detto il presidente di Intesa secondo il quale “senza sostenibilità non vi saranno prospettive di profitti, né di sopravvivenza”. Per Intesa Sanpaolo si tratta solo in parte di un cambio di paradigma poiché da sempre investe nel sociale grazie anche all’indirizzo impresso in origine da Giovanni Bazoli, oggi presidente emerito, il quale ha ricordato come il “modello Intesa”, sia stato costruito in tempi non sospetti, quando sui mercati vigeva il principio della “libertà assoluta che, però, non ha funzionato”.

  

E all’età di 87 anni, Bazoli, il grande saggio della finanza, si gode la soddisfazione che oggi quel modello è preso ad esempio dagli americani. “Confesso che io sono perfino piacevolmente sorpreso di leggere nella dichiarazione di principi della Round Table americana, sottoscritta da oltre 180 grandi imprese, parole e affermazioni che rieccheggiano alla lettera ciò che noi sostenevamo alcuni decenni fa”, ha concluso Bazoli.

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