Christine Lagarde a Dublino (LaPresse)

Lagarde presidente “gufo” della Bce alla prova dei mercati

Mariarosaria Marchesano

Gli investitori non aspettano solo di valutare la visione di politica monetaria ma vogliono farsi un’idea del suo stile di comunicazione e capire fin dove intende spingersi in un’azione di modifica della governance della Banca centrale

Milano. Giovedì 12 dicembre Christine Lagarde debutterà come presidente della Bce ed è l’appuntamento più atteso dai mercati. Poco importa se non ci saranno grandi novità di politica monetaria visto che Mario Draghi ha inserito il pilota automatico lasciando al suo successore un pacchetto di misure espansive pronte per l’uso o già avviate. Per la sua prima volta all’Eurotower, Lagarde avrà puntati su di sé tutti i riflettori e ogni sua singola parola sarà esaminata per capire quale direzione prenderà la Banca centrale europea in un contesto di rallentamento globale fortemente influenzato da rischi geopolitici. Il consenso degli analisti prevede un proseguimento della politica accomodante almeno fino al 2021, con un primo aumento dei tassi possibile solo a partire dal 2022. Ma gli investitori non aspettano solo di valutare la visione di politica monetaria di Lagarde e le prospettive economiche dell’Eurozona. Vogliono farsi un’idea del suo stile di comunicazione e capire fin dove intende spingersi in un’azione di modifica della governance della Banca centrale il cui consiglio direttivo si è spaccato – durante l’ultima fase del mandato di Draghi – su decisioni cruciali come il nuovo Quantitative easing.

  

Finora ogni tentativo della stampa di classificare Christine Lagarde nelle categorie classiche del “falco” o della “colomba” – utilizzate per descrivere la posizione politica dei banchieri centrali – è evaporato al cospetto di uno stile tutto personale. “Spero di essere un gufo. Mi piacciono i gufi, sono animali molto saggi”, ha detto Lagarde in un’intervista al settimanale tedesco die Zeit, confermando l’impressione di quanti pensano che una delle priorità che si è data il nuovo governatore sarà di ricompattare il board della Bce favorendo un processo decisionale più collegiale.

 

Alcuni osservatori hanno suggerito che Lagarde potrebbe essere affiancata alla conferenza stampa dal capo economista della Bce, Philip Lane, come supporto per le questioni più tecniche, ma non è detto perché questo confermerebbe i dubbi di quanti hanno criticato la nomina di un banchiere centrale senza background economico. Ma forse è proprio qui che sta la sua forza “La scelta di un avvocato internazionale e di un politico al timone della Bce potrebbe rivelarsi appropriata date le circostanze attuali – riflette Lorenzo Codogno, economista di LC Macroadvisor –. Draghi e altri hanno cercato di convincere i mercati finanziari che la Bce ha ancora munizioni. Tuttavia ora è il momento di fisco e struttura e quindi chi meglio di un politico può convincere politici e governi della necessità di tali interventi?”. Ed è questo un punto cruciale per Lagarde, che è stata ministro delle finanze francese oltre che a capo dell’ Fmi.

 

Ma come farà a incoraggiare certi stati a spendere? Secondo un sondaggio di Reuters, su 43 economisti intervistati, il 60 per cento ha dichiarato che non sarebbe riuscita a spronare i governi ad allentare i cordoni della borsa. Altri dicono che il nuovo governatore della Bce avrà più chance sul piano privato interpretando la sua decisione di imparare il tedesco come un segnale che vuole conquistare la Germania fiscalmente prudente. “La vera storia dovrebbe essere di un nuovo capo che vorrà lasciare un segno e pensiamo che sia un segno verde”, ha sintetizzato a Reuters Sebastien Galy, macro strategist di Nordea AM.

 

Insomma, tutte le attese per giovedì sembrano concentrate sugli aspetti personali e politici. Ma come fanno notare diversi analisti, Lagarde non potrà tardare in quella“revisione strategica” della Bce da lei stessa annunciata e il cui punto più critico è il superamento dell’obiettivo dell’inflazione.

Di più su questi argomenti: