L'Ocse rivede al rialzo il pil e suggerisce ai rossogialli di abolire quota 100

Più 0,2 per cento per il 2019, più 0,4 dal 2020 (come la Germania). Debito in leggero calo solo tra due anni. Mentre l'Inps certifica l'aumento sostanziale del numero dei contratti a tempo indeterminato

L'Ocse alza, seppur di poco, le stime di crescita dell'Italia per quest'anno e conferma le previsioni per il 2020, anticipando una marginale accelerazione per il 2021. Contemporaneamente, l'Osservatorio per il precariato dell'Inps certifica un aumento consistente delle transizioni da contratti a tempo determinato a indeterminato: si passa da 359 mila a 537 mila (più 178 mila, più 49,4 per cento).

 

  

Ma c'è poco da rallegrarsi: nel suo Economic Outlook semestrale, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ricorda che nel nostro paese “la crescita resta debole sullo sfondo di una bassa fiducia”. Nel report, il pil italiano del 2019 è rivisto a più 0,2 per cento, in lievissimo miglioramento dalla crescita zero prevista sei mesi fa. Per il 2020 l'Ocse conferma una crescita dello 0,4 per cento e per il 2021 prospetta un più 0,5 per cento.

 

Il rapporto promuove la Manovra del governo rossogiallo ma con alcune riserve, in linea con quanto fatto ieri anche dalla Commissione europea riguardo al debito pubblico. Gli interventi del governo permetteranno “una riduzione dei carichi fiscali e degli oneri sociali, assieme ai maggiori investimenti pubblici e agli incentivi fiscali per le imprese”. Le misure a carico dei conti pubblici e la crescita esterna più bassa faranno però aumentare il rapporto debito/pil fino al 136,1 per cento nel 2020, dal 136 per cento previsto quest'anno, con una discesa al 135,6 per cento solo nel 2021. Il deficit è stimato al 2,2 per cento quest'anno e il prossimo e poi al 2 per cento nel 2021. La disoccupazione dal 10 per cento di quest'anno e il prossimo dovrebbe salire al 10,2 per cento nel 2021. “Si prevede che la crescita in Italia riparta molto gradualmente. L'incertezza sul commercio globale e la minore domanda esterna continueranno a pesare sull'export e sugli investimenti delle aziende”, spiega l'Ocse.

 

La cura necessaria all'Italia, secondo il report, consiste in un piano serio di riforme. Per tagliare il debito pubblico serve una spending review che razionalizzi la spesa pubblica, l'abolizione di quota 100 e il mantenimento del legame tra età di pensionamento e aspettativa di vita. Tutto questo libererebbe risorse per programmi più efficaci – spiega l'Ocse – per favorire gli investimenti pubblici e per migliorare l'equità tra generazioni. Gli introiti statali vanno sostenuti con la riduzione delle tax expenditure (detrazioni e agevolazioni), soprattutto se si tratta di sussidi dannosi per l'ambiente e con la lotta all'evasione fiscale. Questo - indica l'Ocse - permetterà al governo di aumentare la qualità ambientale e di rafforzare l'equità del sistema di tassazione. Per il Reddito di cittadinanza e per tutti i programmi che mirano a favorire l'occupazione è poi essenziale rafforzare i servizi pubblici per l'impiego.

 

Sullo sfondo resta una crescita globale debole e un diffuso clima di incertezza. Entrambi fattori che rischiano di penalizzare ulteriormente la crescita già debole dell'Italia. Il pil mondiale per il 2020 crescerà del 2,9 per cento, in misura ridotta rispetto al 3 per cento previsto solo due mesi fa e al 3,4 per cento indicato a maggio. Per quest'anno è confermato un aumento del 2,9 per cento. Non se la passa meglio nemmeno la Germania: l'Ocse per il 2020 prevede un aumento del pil tedesco di appena lo 0,4 per cento, come l'Italia, con cui quindi la (ex) locomotiva europea condivide la “maglia nera” per la crescita dell'anno prossimo. Le stime per l’Italia restano comunque le più deboli sui tre anni tra i big mondiali.

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