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Fusione alla pari per Fca-Peugeot, ma la Borsa di Parigi boccia l'operazione

Mariarosaria Marchesano

Reazione diametralmente opposta dei titoli delle due case automobilistiche dopo l'annuncio dell'intesa raggiunta. Fca guadagna il 9 per cento a Piazza Affari, Psa perde quasi il 10 per cento. Tutti i dettagli

Milano. Fca schizza a Piazza Affari, confermando così il favore degli investitori verso l'ipotesi di fusione con i francesi, e Psa, invece, perde terreno sul listino di Parigi, mentre ieri brillava, segno che qualcosa non dev'essere piaciuto nell'annuncio congiunto che le case automobilistiche hanno fatto stamattina. Il progetto di unire le forze per creare un leader mondiale dell'auto viene confermato (anche se con dati parzialmente diversi rispetto alle attese: 8,7 milioni di veicoli venduti, ricavi congiunti per 170 miliardi di euro e un utile operativo corrente di 11 miliardi), ma specificando che le “discussioni in corso aprono alla creazione di un nuovo gruppo detenuto al 50 per cento da Fca e Psa”. Questo vuole anche dire che la strada per definire l'operazione di fusione vera e propria è ancora lunga (si prevede che ci vorrà circa un mese), ma che le parti si sono messe d'accordo a grandi linee sulla struttura finanziaria dell'operazione e su quello che entrambi ci guadagneranno.

 

Sinergie in quattro anni

L'aggregazione su cui si sta lavorando porterebbe alla creazione di valore per 3,7 miliardi di euro, che rappresentano le sinergie industriali a breve termine che deriverebbero principalmente "da una più efficace allocazione delle risorse per gli investimenti di larga scala in piattaforme, veicoli sistemi di propulsione e tecnologie e dalla maggiore capacità di acquisto insita nella nuova dimensione del gruppo risultante dalla fusione". Un punto importante dell'intesa raggiunta è che tali sinergie non prevedono la chiusura di stabilimenti. Inoltre, si aggiunge, si prevede che saranno raggiunte dopo quattro anni con un costo una tantum stimato di 2,8 miliardi. Dunque, facendo i conti, il valore aggiunto dell'operazione Fca-Psa sarebbe pari a 900 milioni di euro

 

Chi beneficia della fusione

C'è la conferma che il gruppo Fca distribuirebbe ai propri azionisti – prima che venga conclusa l'operazione – un "dividendo speciale" di 5,5 miliardi di euro, nonché la propria partecipazione nella società Comau, che è leader mondiale nell'automazione industriale, mentre i francesi di Peugeot distribuirebbero ai propri azionisti la partecipazione del 46 per cento nella Faurecia, uno dei maggiori produttori componentistica per auto del mondo."Ciò consentirebbe agli azionisti del gruppo di condividere equamente i benefici derivanti dalla fusione", recita la nota congiunta. Ma evidentemente dal lato francese quest'aspetto non convince troppo gli investitori che stamattina ha venduto a piene mani il titolo Psa.

 

Il ruolo dei cinesi di Dongfeng

Gli accordi prevedono anche un periodo di standstill di sette anni. Che cosa vuol dire? In gergo finanziario si traduce con l'impegno delle parti a concentrarsi – durante i sette anni successivi alla fusione – nello sviluppo del nuovo gruppo senza realizzare altre operazioni straordinarie che potrebbero assorbire importanti energie, finanziarie e di management. Su questo fronte si sono impegnati tutti gli attuali soci, cioè Exor per Fca, e Bpifrance Participation (cioè lo stato francese), la famiglia Peugeot e il gruppo cinese Dongfeng per la Psa. Diversamente, tutti gli azionisti, eccetto Dongfeng, si sono impegnati a non vendere le proprie quote nei tre anni successivi al closing dell'operazione. Questo significa che i cinesi saranno liberi di vendere la propria quota. Difatti, alla famiglia Peugeot è stato concesso di aumentare la propria partecipazione nel nuovo gruppo automobilistico, esclusivamente acquisendo azioni dallo stato francese e dai cinesi. 

 

Tavares ad per cinque anni

Secondo gli accordi raggiunti, la governance della nuova società – che avrà sede in Olanda, ma sarà quotata sulle Borse di Milano, Parigi e New York –, sarebbe bilanciata tra gli azionisti, con una maggioranza di consiglieri indipendenti. John Elkann verrebbe nominato presidente e Carlos Tavares, attuale ceo di Psa, diventerebbe amministratore delegato, con un mandato iniziale di cinque anni. 

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