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Le batterie dell'ambientalismo

La sfida ecologica è tecnologica e c’è chi (anche in Italia) si sta attrezzando

Ricaricare la batteria della futura auto elettrica come oggi si ricarica la batteria del cellulare, con un mercato dell’energia simile nella struttura a quello telefonico, di grandi infrastrutture nazionali e aziende di servizi in concorrenza per i clienti finali? E’ quanto si può intravedere nella decisione di Enel X di rilevare in Germania il 12,5 per cento di Hubject, azienda per la mobilità elettrica con sede a Berlino che ha tra gli altri soci Volkswagen, Bmw, Daimler-Mercedes, Bosch e Siemens.

 

L’investimento di Enel segue l’annuncio del governo tedesco di impegnare nella green economy 54 miliardi pubblici entro il 2023, e 100 entro il 2030. Altre operazioni sono state annunciate in Francia (tra Nissan-Renault e EdF) e Italia (tra Fca e Terna). Sono differenti perché prefigurano contratti esclusivi tra casa automobilistica e fornitore elettrico, nel caso francese, o nell’accesso alla rete, in quello italiano. Invece Hubject è una piattaforma globale delle ricariche, con epicentro in Europa ma presente anche a Los Angeles e Shanghai: oggi gestisce 60 mila colonnine e intende raggiungere nel 2021 le 445 mila.

 

Enel X spiega così l’investimento: “Offrire la possibilità di ricariche senza doversi preoccupare di chi sia il proprio fornitore o di essere all’estero”. Una sorta di roaming dell’elettricità simile appunto alla telefonia, dalla quale potrebbe anche ereditare il modello commerciale. Le reti telefoniche fisse e mobili sono costituite da infrastrutture regolate dagli stati mentre gli operatori pagano la concessione. Il boom dell’auto elettrica si intreccia poi con la liberalizzazione del mercato europeo dell’energia previsto a luglio 2020. Il rapporto con i clienti si trasformerà sempre più per le aziende in quello di forniture di servizi ad ampio spettro. In passato le associazioni dei consumatori sono state conservative nel difendere i mercati tutelati, ma proprio l’esperienza dei cellulari dimostra che la concorrenza abbassa drasticamente i prezzi mentre il guadagno viene dai volumi e dai servizi. Piuttosto il problema sarà nell’approvvigionamento di energia e di materiali rari per le batterie. Un’altra sfida tecnologia, ambientale e geopolitica su cui la Cina la sta facendo da padrona.

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