Giovanni Tria e Matteo Salvini (Foto LaPresse)

La sindrome del pupazzo di Zorro

Redazione

Salvini minaccia Tria sulla flat tax perché salvaguarda la credibilità italiana

Ogni volta che il vicepremier Matteo Salvini non riesce a giocare con il “pupazzo di Zorro” (glielo rubarono all’asilo e il ricordo lo rattrista) imputa agli altri ministri la colpa dei suoi fallimenti personali. Lo sbarco di Carola Rackete è avvenuto perché è stato “lasciato solo” da Trenta (Difesa) e Tria (Economia, responsabile della GdF). Ma non era il ministro dell’Interno a decidere chi sbarca e chi no? Le grandi opere sono bloccate? Il ministro delle Infrastrutture Toninelli è “disastroso”, dice. Condivisibile, non fosse che la Lega di Salvini, paladino del Sì, è corresponsabile della singhiozzante gestazione del decreto “sblocca cantieri” e della sua deludente architettura finale. Il pupazzo di Zorro è sempre in mani altrui quando Salvini non riesce a maneggiarlo come vorrebbe. Quello della riforma fiscale è il pupazzo di propaganda su cui la Lega punta forte per la manovra. La flat tax, in origine, fissava un’aliquota del 15 per cento sui redditi familiari o dei single fino a 55 mila euro, costo 10-15 miliardi. Ora Salvini vuole sgravare anche i redditi fino a 100 mila. La certezza è di farlo in super deficit. Tria si è opposto e Salvini lo minaccia. “Se il ministro dell’Economia dice che di taglio delle tasse quest’anno non se ne parla, allora o il problema sono io o il problema è lui”, ha detto.

 

Il diniego di Tria ha un motivo serio, segnalato ieri dall’agenzia di rating Standard & Poor’s: la credibilità. Se si perseguono scelte “non ortodosse” come “misure di bilancio senza copertura finanziaria, per eludere i vincoli fiscali stabiliti dai trattati Ue” allora “l’adesione dell’Italia all’area euro potrebbe essere messa in discussione” e potrebbe “verificarsi una nuova crisi di fiducia come quella avvenuta in Grecia nel giugno 2015, ma in un paese molto più grande e con maggiore rilevanza sistemica”. La procedura di infrazione per debito eccessivo della Commissione è stata rinviata anche grazie alla moderazione di Tria e del premier Giuseppe Conte. Salvini non trova di meglio che minacciare le dimissioni del ministro che ha ripristinato la credibilità italiana sui mercati e confermare che l’Italia non rispetterà gli impegni con Bruxelles. Tanto poi una deriva greca sarà colpa di Zorro.

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