(Foto Imagoeconomica)

Perché questa legge di Bilancio lascia il sud Italia sempre più indietro

Pier Carlo Padoan

Il governo non è in grado di offrire un piano di lungo periodo per ridurre il divario tra Milano e Napoli 

Al direttore - Guido Tabellini conclude il suo bell’articolo sul Foglio di sabato scorso a proposito delle scelte che si trova di fronte la politica al tempo dei populismi in materia economica con un apparente paradosso: in un mondo di rapidissimo cambiamento tecnologico si corre il rischio che le dinamiche che diminuiscono la distanza (in termini di crescita) tra Milano e l’Europa siano anche quelle che accrescono la distanza tra il nord e il sud del paese, tra Milano e Napoli. Il risultato paradossale discende dalla dinamica della crescita sottostante che produce fenomeni di agglomerazione. La crescita si sviluppa nelle località, tipicamente le città o almeno alcune di esse, dove si sfruttano meglio le esternalità positive e le potenzialità offerte da disponibilità di capitale, sopratutto capitale umano e capitale immateriale. Per le stesse dinamiche le regioni o i territori alla periferia, con meno disponibilità di risorse necessarie per il processo di crescita trainata dalla tecnologia tendono a impoverirsi e a entrare in una fase di declino. Ne segue, appunto, che la crescita del paese è trainata dalla crescita del nord, ma questa avviene a scapito della crescita del sud.

 

Come dimostra ampia evidenza empirica, questo meccanismo di crescita e divergenza non si registra solo in Italia ma in moltissimi paesi avanzati o emergenti. Ma prima di trarre conclusioni affrettate bisogna valutare cosa altro dice l’evidenza empirica su questo fenomeno, da tempo analizzato, tra gli altri dall’Ocse e della Commissione europea. A parità di crescita della parte avanzata del paese (quella che in gergo si definisce la parte “sulla frontiera della tecnologia”) la crescita complessiva del paese dipenderà dalla efficacia del meccanismo di diffusione della tecnologia dalla parte più avanzata verso la parte meno avanzata del paese. La diffusione sarà tanto più intensa quanto le regioni periferiche disporranno delle risorse, capitale umano, immateriale, istituzionale e sociale, necessarie per tradurre l’assorbimento delle nuove tecnologie generate nelle regioni centrali. Se la diffusione sarà efficace la distanza tra Milano e Napoli tenderà a ridursi invece che ad aumentare e cosi tutto il paese e non solo Milano potrà avvicinarsi all’Europa.

 

Tutto ciò può risultare ovvio ma proprio per questo deve essere tenuto presente quando si passa alle implicazioni per la politica (che è lo scopo dell’articolo di Tabellini). La politica economica deve porsi l’obiettivo di sostenere e accrescere l’inclusione economica oltre che sociale, in un contesto di rapida trasformazione tecnologica ma non solo. L’evidenza empirica ci dice che ciò richiede accrescere nelle parti periferiche la disponibilità di capitale sociale, immateriale, umano, oltre che materiale (e infrastrutturale). Ma ciò a sua volta richiede un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, e la disponibilità a pagare un eventuale prezzo in termini di consenso (che può essere comunque ridotto se si attivano le giuste misure di sostegno ai più deboli). Occorre dire con chiarezza che, senza una strategia del genere, le dinamiche della polarizzazione, a tutti i livelli, finiranno inevitabilmente per prevalere. 

 

E ciò ha implicazioni per la prossima legge di Bilancio. Sarà una legge di Bilancio di breve o di lungo periodo? Questo dipende, ovviamente dall’orizzonte temporale del governo. Nel breve periodo prevale la logica del beneficio elettorale immediato. Nell’ottica di lungo periodo prevale, come detto, la consapevolezza che le scelte che beneficiano veramente il paese, in termini di crescita e occupazione portano risultati nel tempo. Le misure finora introdotte dal governo hanno la caratteristica di non intaccare il quadro di lungo periodo o addirittura di produrre risultati negativi. E la prossima legge di Bilancio, se sarà questo governo a farla, sarà inevitabilmente di corto respiro. L’ironia del caso è che una logica di lungo periodo, ammesso che sia credibile di fronte a mercati e istituzioni europee, avrebbe il vantaggio di allentare i vincoli di bilancio anche nel breve periodo e riguadagnare, almeno in parte le risorse dilapidate  in un anno di governo, di annunci e di misure mal concepite.

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