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Il Mef si prepara a diventare socio della Nuova Alitalia

Mariarosaria Marchesano

Con il via libera al decreto crescita, il ministero potrebbe rilevare il 15 per cento della newco partecipata da Fs e Delta. L'incognita resta il coinvolgimento di Atlantia, poco gradita al M5s

Milano. C'è anche la norma che prevede l'ingresso del Mef in Alitalia nel decreto crescita approvato stanotte da un consiglio dei ministri che ha visto in forte contrapposizione le due forze alleate di governo, Lega e M5S. Dalle prime notizie emerge, infatti, che nel testo del decreto sono state definite "le modalità di ingresso del ministero dell'Economia e delle Finanze nel capitale sociale della newco Nuova Alitalia". Secondo le indiscrezioni della vigilia, la quota di partecipazione da parte del ministero dovrebbe essere intorno al 15 per cento, destinata ad aggiungersi a un ipotetico 30 per cento delle Ferrovie dello Stato, che ha il mandato di cercare una cordata di nuovi investitori, e al 15 per cento della Delta Airlines. E' ancora da definire, invece, la restante quota di capitale pari al 40 per cento, per cui si attende di capire la disponibilità dei Cinque Stelle al coinvolgimento di Atlantia, la società delle concessioni stradali della famiglia Benetton con cui il governo ha polemizzato per il crollo del Ponte Morandi.

         

Un altro punto che resta da chiarire è quello del prestito ponte di 900 milioni di euro concesso dal governo Gentiloni nel 2018 e sul quale la Commissione europea potrebbe sollevare dubbi giudicandolo come aiuto di stato. Il finanziamento scade il prossimo 30 giugno e non è escluso che il termine per la restituzione possa essere eliminato aprendo la strada alla conversione del credito in capitale da parte del Tesoro. Al momento, però, questo assetto della Nuova Alitalia appare traballante, poiché poco prima di Pasqua le FS, spinte a occuparsi del salvataggio della società dal governo gialloverde, hanno chiesto più tempo per cercare nuovi partner finanziari. I commissari della compagnia di bandiera hanno concesso una proroga fino al 30 aprile, ma una scadenza così ravvicinata appare difficile da rispettare considerato il periodo festivo e anche lo scarso interesse dei soggetti finora interpellati, tra cui anche Eni, Cdp e Poste italiane. Inoltre, non è ancora chiaro in che modo potrebbero partecipare vettori esteri come Delta Airlines, che sembra interessata più a una partnership di tipo industriale, anche se non ha escluso la sottoscrizione di quote di capitale.

   

In ogni caso, l'esecutivo sembra voler procedere con questa parziale nazionalizzazione della società e l'ipotesi su cui si ragione è quella che la Nuova Alitalia potrebbe avere un capitale sociale compreso tra 700 milioni e 1 miliardo di euro. La partita è ovviamente tutta politica e in questa fase si gioca soprattutto sul coinvolgimento di Atlantia. In ballo ci sono 11 mila posti di lavoro e il governo sa bene che conviene trovare un compromesso prima delle elezioni. In questo quadro il M5s potrebbe ammorbidire le sue posizioni intransigenti nei confronti della società dei Benetton, anche perché il suo ingresso come socio nella compagnia sarebbe coerente con il modello di business fondato sull'intermodalità ipotizzato dal governo. Bisognerà vedere se e che cosa Atlantia chiederà in cambio. 

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