Negozi saccheggiati a Parigi durante le proteste dei gilet gialli. Foto LaPresse

Populismo e violenza sono diventati una minaccia per gli affari

Mariarosaria Marchesano

Un report dell’assicurazione Aon segnala per la prima volta l’ascesa dei partiti anti establishment come rischio per l’economia

Milano. L’ascesa del populismo rende più vulnerabile il business in Europa insieme con gli attacchi terroristici, che, nel 2018, hanno visto in crescita la matrice politica di estrema destra rispetto al terrorismo islamico. La nuova mappa del rischio geopolitico è stata disegnata dal gruppo assicurativo anglo-americano Aon con Risk Advisory Group e Continuum Economics, società di ricerche economiche che ha inglobato la Roubini Global Economics fondata dal premio Nobel Nouriel Roubini. Il 16 per cento degli attacchi terroristici avvenuti lo scorso anno ha avuto un impatto diretto e indiretto nei diversi business, con la Germania che dal 2016 al 2018 ha registrato il doppio degli episodi rispetto al triennio precedente. “Il populismo reazionario come tendenza politica dominante in diversi paesi ha dato l’opportunità alle frange estremiste di mobilitare manifestazioni di protesta violente e atti intimidatori su temi politici che dividono – dice Henry Wilkinson, capo dell’intelligence analysis di Risk Advisory – Il terrorismo di estrema destra rimane una minaccia in gran parte disorganizzata, ma in crescita”.

  

Non è la prima volta che Aon monitora l’evoluzione di questi fenomeni (l’interesse di una società assicurativa coprire il rischio a cui sono esposte le imprese che operano a livello globale) ma è la prima volta che il tema populismo è centrale. Del resto, mai era successo in passato che i partiti populisti sedessero al governo in 11 paesi europei e che in altri 33 detenessero i 22 per cento dei voti. In Italia “una combinazione di sviluppo economico debole e di crescente insoddisfazione ha portato al risultato delle elezioni dello scorso anno. Inoltre, la recessione in atto aggrava i problemi finanziari del governo e poiché l’Unione europea aggiorna le sue previsioni, ci potrebbero essere pressioni su nuovi tagli”. Il populismo non è più una questione marginale, in alcuni paesi ha portato a maggiori ostacoli al commercio ed è aumentata la possibilità di iniziative politiche volte a ostacolare i contratti già stipulati, costringendo le aziende a rivedere le strategie. “In Europa, sebbene il populismo sia stato tenuto lontano dal potere nelle recenti elezioni (eccetto che in Italia), la sua diffusione è in aumento. I vari movimenti europei condividono una posizione comune anti establishment, che ha già complicato la formazione del governo nei Paesi Bassi, in Germania, in Svezia, impedendo di fatto alla politica tradizionale di andare avanti. Ha anche polarizzato il pensiero politico nel Regno Unito, con la Brexit, ed è emerso persino in Francia, sotto un presidente centrista come Emmanuel Macron, con la forma delle protese dei gilet gialli”. Secondo la ricerca, “l’unico punto luminoso nell’Eurozona è la Spagna”, dove la perfomance negli ultimi quattro anni ha contribuito a contenere la il populismo, anche se ci sarebbe da chiedersi se questa situazione possa cambiare a causa del rallentamento economico.

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