Mimmo Parisi (foto Imagoeconomica)

Dietro alle difficoltà dei Navigator c'è (anche) un problema di lingua

Maria Carla Sicilia

Risolti i dubbi formali sulle nuove figure cardine del reddito di cittadinanza. Mercoledì l’accordo finale sui centri per l'impiego

Roma. Si diceva che in cinque mesi i centri per l’impiego sarebbero stati riformati, prima dell’avvio del reddito di cittadinanza, che dovrebbe arrivare da maggio. Invece sei mesi sono serviti solo per raggiungere un’intesa su come attuare il potenziamento di questi uffici e mercoledì la conferenza stato regioni dovrebbe licenziare l’accordo finale. “Tutto è bene quel che finisce bene, ma di tempo ne abbiamo perso tanto per eliminare ambiguità e zone d’ombra dal testo che ci era stato proposto”, dice Cristina Grieco, che da coordinatrice della commissione Lavoro della conferenza delle Regioni ha seguito il tavolo con il governo. “Se avessimo usato il glossario di riferimento della nostra normativa avremmo risparmiato di certo molti sforzi – continua Grieco – Il testo era pieno di termini inglesi”.

 

L’impronta del nuovo capo dell’Anpal, il professore Mimmo Parisi from Mississipi, consigliere di Luigi Di Maio per la definizione del reddito di cittadinanza, insomma si fa sentire e si ritrova tra le righe dei documenti del governo farciti di termini senza corrispettivi nella lingua di Dante. Per evitare contenziosi successivi serve una traduzione così che la normativa sia adattabile al caso italiano. A cominciare dall’origine, il “navigator”, l’esempio più calzante. “Nelle ultime settimane abbiamo concentrato l’attenzione su questa figura non bene identificata nel nostro ordinamento, riportando finalmente le sue funzioni nel quadro della nostra legislazione”. Sul ruolo di queste tremila persone – che nei piani iniziali del ministro Luigi Di Maio dovevano essere seimila – si è molto discusso. Con l’accordo di mercoledì prossimo l’Anpal potrà pubblicare il bando per le assunzioni e sta cercando un luogo abbastanza grande dove svolgere i test, visto che si attendono circa centomila candidature. “Quello che i navigator faranno non è supportare l’amministrazione regionale per lo sviluppo delle politiche attive, come proponeva ancora l’ultimo testo presentato dal governo al tavolo. No – spiega Grieco – le politiche attive le facciamo noi, le Regioni. Abbiamo invece stabilito che supporterà l’operatore del centro per l’impiego nell’attuazione di queste politiche”. Sembrerebbero sottigliezze ma invece è proprio qui il nodo della sovrapposizione delle competenze nazionali con quelle regionali, il cui perimetro è stato confermato con l’esito del referendum costituzionale del marzo 2017. “L’obiettivo delle istituzioni non può essere quello di fare un braccio di ferro chiamando in causa la Corte costituzionale – continua Grieco – e in questo senso abbiamo concentrato i nostri sforzi. Ma è stato utile anche per evitare aspettative da parte dell’opinione pubblica”. Un esempio su tutti. “Chiamare ‘case management’ la presa in carico personalizzata non servirà a cambiare le cose. E’ una pratica già consolidata, uno dei principi ispiratori anche del Jobs act”.

 

Sistemato l’aspetto formale, la riforma sembrerebbe pronta per partire. Con l’intesa di mercoledì, a sbloccarsi non sarebbero solo le assunzioni – con contratti di collaborazione – dei navigator (471 nella sola Campania, contro le 329 della Lombardia). Anche le regioni sono pronte a partire con i bandi per le 4.000 assunzioni a tempo indeterminato, a cui si aggiungeranno le successive 1.600 e poi altre 6.000 tra due anni. “E’ questo il vero intervento che porterà il sistema italiano dei servizi per il lavoro a raggiungere standard paragonabili con quelli europei. E’ un percorso che sta appena iniziando”. Peccato che il primo assegno del reddito di cittadinanza dovrebbe arrivare a maggio, e da qui anche la presa in carico delle persone. Mentre per finalizzare le assunzioni e rafforzare i centri per l’impiego ci vorrà, tra bandi, concorsi e contratti, la fine dell’anno. “Alcuni territori potrebbero trovarsi in difficoltà – conferma Grieco – Penso alla Campania, che nella sola Napoli ha ricevuto quasi ottantamila domande. Ma ci sono anche modelli virtuosi che sicuramente sapranno gestire il carico di lavoro di questi mesi”.