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Draghi, pronti ad agire per risollevare l'Eurozona

Mariarosaria Marchesano

Secondo il presidente della Bce, il rallentamento economico impone un prolungamento della politica monetaria accomodante. Tassi invariati oltre l'orizzonte del 2019. I dettagli dei prestiti Tltro alle banche rinviati a giugno

Milano. Anche se non erano attese particolari novità, la terza riunione della Bce del 2019 è stata molto seguita dai mercati, con gli analisti concentrati su ogni singola parola pronunciata – durante la conferenza stampa – dal presidente Mario Draghi, in carica fino a settembre. Le sue considerazioni sul rallentamento economico dell'Eurozona destinato a durare e sui rischi di prospettive di crescita al ribasso, spostano in avanti l'orizzonte temporale del rialzo dei tassi d'interesse. Draghi ha ribadito quanto deciso nella riunione del 27 marzo, e cioè che il costo del denaro resterà invariato almeno fino alla fine del 2019. "Siamo pronti ad adottare qualsiasi misura per assicurarci che l'inflazione torni verso l'obiettivo di lungo periodo – ha aggiunto Draghi – Al tempo stesso il 2 per cento non rappresenta un ceiling fisso (un tetto, ndr). L'inflazione può sforare in una direzione come nell'altra ma quello che conta è l'obiettivo di lungo periodo". 

    

Questo concetto di tempo indefinito assume rilievo anche in relazione a un altro strumento di politica monetaria e cioè il Quantitative easing, terminato nel 2018. La Bce, infatti, ha stabilito che continuerà a reinvestire i pagamenti dei titoli in scadenza acquistati nell'ambito del programma "per un periodo di tempo prolungato oltre la data in cui si inizierà a innalzare i tassi d'interesse chiave e in ogni caso fino a quando sarà necessario mantenere condizioni favorevoli di liquidità e un ampio margine di accomodamento monetario". Si tratta di una buona notizia per il sistema finanziario dell'Eurozona che in questo modo potrà continuare a godere degli stimoli monetari connessi al programma di acquisti. Dall'altra parte, la banca centrale, contrariamente alle attese della vigilia, non ha deciso, per ora, alcuna misura per attutire l'impatto dei tassi d'interesse negativi sulle banche e ha rinviato a giugno i dettagli operativi dei nuovi prestiti agevolati (Tltro III), che partiranno dopo l'estate. Se questo rinvio potrebbe creare qualche mal di pancia nel sistema bancario, non è escluso che, alla luce delle valutazioni di Draghi sullo scenario economico, possa, invece, tradursi in condizioni più favorevoli rispetto alle precedenti edizioni e non più restrittive come in molti hanno pensato finora. "Riteniamo che la Bce debba ancora valutare le sue opzioni sulle misure per mitigare gli effetti dei tassi negativi sulle banche – affermano gli analisti di Barclays in un'analisi pubblicata a caldo – il presidente Draghi è stato attento a non menzionare esplicitamente il tiering (linee di deposito con tassi differenziati sul modello utilizzato dalle banche centrali di Svizzera, Giappone, Danimarca e Svezia, ndr) lasciando la porta aperta a soluzioni alternative".

      

In ogni caso, gli stimoli di politica monetaria restano un tema aperto sul tavolo di Draghi. "Non ne abbiamo discusso": così il presidente della Bce ha replicato a chi gli chiedeva se il Consiglio avesse preso in considerazione una ripresa del programma di acquisti con il Qe. "Oggi è stato valutato l'outlook che indica un indebolimento della crescita, una maggiore fiducia nella convergenza dell'inflazione e ha riaffermato di essere pronto a utilizzare qualsiasi strumento per far far fronte alle situazioni contingenti che si presenteranno", ha aggiunto Draghi, precisando che il direttivo si è espresso all'unanimità.