Il premier Giuseppe Conte in audizione alla Camera sul memorandum con la Cina (Foto LaPresse)

Avvocato di una causa persa

Redazione

Conte propone un salario minimo europeo, ma è un’idea due volte sbagliata

In una “lettera all’Europa”, inviata a “vari giornali europei” e pubblicata da Repubblica, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte fra le tante idee generiche e vaghe sul futuro (come ad esempio “dobbiamo offrire all’Europa un nuovo umanesimo”), sul piano delle azioni concrete ha proposto in vista dell’insediamento del nuovo Parlamento europeo “l’introduzione di un salario minimo europeo”, che è poi l’idea centrale della campagna elettorale di Luigi Di Maio e del M5s. E infatti è una proposta contraddittoria e sbagliata. È contraddittoria rispetto allo spirito “sovranista” di questo governo, nato promettendo di togliere potere a Bruxelles per portarlo a Roma, e che invece dopo aver imposto più stato a livello nazionale chiede più stato a livello sovranazionale.

 

Insomma, va bene che sia l’Europa a imporre scelte politiche agli stati purché siano quelle che piacciono a noi: armonizzazione fiscale (ma a livello italiano) e più trasferimenti (ma verso l’Italia). La contraddizione non è un vero problema: se il governo facesse l’esatto contrario di quanto promesso, sarebbe un ottimo governo. Il vero problema è che è un’idea sbagliata, perché non è possibile imporre un salario unico da Varsavia a Bordeaux, da Ragusa a Francoforte, da Rotterdam a Salonicco. Sono economie troppo diverse e un prezzo unico imposto per legge sarebbe nel migliore dei casi inutile (se troppo basso), nel peggiore distruttivo (se troppo alto).

 

Negli Stati Uniti, che sono un’unione monetaria e politica e un’economia più integrata dell’Ue, esistono tanti salari minimi quanti sono i singoli stati: ognuno decide per conto suo in base ai livelli di reddito e di produttività del proprio territorio. Questa impostazione tra l’altro mostra gli stessi enormi difetti del salario minimo orario che il governo vuole imporre in Italia, su un territorio che ha enormi differenze regionali tra nord e sud (più o meno le stesse che ci sono tra la Germania e la Grecia). E ci aggiunge l’incapacità di incidere in Europa: fino a che il governo si presenterà con proposte irrealizzabili e senza consenso tra gli altri stati (come l’idea di stravolgere lo statuto della Bce), non troverà nessun alleato e pochi paesi disposti a prendere l’Italia sul serio.

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