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Di chi sono le riserve auree dell'Italia? Per la Lega dello stato

Mariarosaria Marchesano

Secondo Borghi occorre una legge sulla proprietà di monete d'oro e lingotti che, invece, secondo i trattati europei appartengono al sistema delle banche centrali. Bene Piazza Affari dopo i risultati dei test della Bce sulla solidità patrimoniale delle banche

Milano. Un'inattesa diatriba sull'utilizzo delle riserve auree dell'Italia tiene banco in apertura di settimana, mentre Piazza Affari è in volata sostenuta dal comparto bancario dopo che la Bce ha comunicato i requisiti Srep (quelli cioè che indicano la solidità patrimoniale degli istituti di credito europei) che per i gruppi italiani risultano ampiamente soddisfatti. Del risultato dei test beneficia in Borsa in modo particolare il titolo Banco Bpm, che vede così premiata l'azione di de-risking messa in campo dal management nell'ultimo anno. L'indice Ftse Mib, a due ore dall'inizio delle negoziazioni, guadagna l'1,5 per cento con lo spread che ruota intorno a 285 punti base. Il listino milanese è maglia rosa in un contesto positivo oggi per le Borse europee, che tentano di risalire la china dopo lo scossone subito alla fine della scorsa settimana a causa della revisione delle stime di crescita economica da parte della Bce, che hanno colpito in particolar modo l'Italia facendo presagire la possibilità di una manovra correttiva alla legge di bilancio.

    

Secondo alcune indiscrezioni di stampa, proprio per evitare di dover ricorrere a una rettifica che costerebbe sacrifici ai cittadini, si starebbe facendo largo all'interno della maggioranza di governo l'idea di utilizzare lingotti e monete d'oro, in pratica le riserve auree del paese che ammontano a 85 miliardi di euro circa. Ma Claudio Borghi, presidente leghista della commissione Bilancio della Camera, tiene a precisare (in un'intervista alla Stampa) che la sua proposta è finalizzata unicamente a chiarire una volta per tutte che la proprietà di dette riserve appartiene allo stato italiano, seppure la loro gestione è in capo alla Banca d'Italia, e che non c'è alcuna intenzione di venderle. In realtà, secondo quanto sostiene, invece, Angelo De Mattia che proprio in Bankitalia ha vissuto una lunga carriera, "nessuno può mettere in dubbio che l'oro sia di proprietà delle banche centrali del sistema delle banche centrali (in base ai trattati europei) e serve per assicurare la stabilità della moneta". Insomma, secondo De Mattia sarebbe impossibile usare questa ricchezza per altri scopi e tutti i tentativi che ci sono stati in passato in questo senso sono falliti.

    

Intanto, secondo Margaret Yang, analista di Cmc Markets basata a Singapore, mentre i mercati cinesi riprendono gli scambi dopo una settimana di festività del Capodanno Cinese (CNY), è interessante vedere come reagiranno gli operatori in seguito a un improvviso cambiamento nelle negoziazioni tra gli Stati Uniti e la Cina (oggi i funzionari del governo di Washington sono attesi a Pechino per la ripresa dei colloqui). I dati, fa notare Yang, suggeriscono che le vendite al dettaglio e la crescita delle spese per le vacanze durante il periodo del capodanno cinese di quest'anno sono scese a una cifra, il livello più basso visto dal 2008. Ciò riflette un'ulteriore debolezza del sentiment dei consumatori e un peggioramento dell'economia interna.

   

A vivacizzare la giornata dei mercati europei, anche la notizia che Euronext annuncia di aver rialzato la sua offerta per acquistare la Borsa di Oslo, ambita anche dall'operatore statunitense Nasdaq. Euronext ora offre un prezzo di 158 corone norvegesi (16,11 euro) per azione, contro le 145 corone offerte in precedenza (14,79 euro). Il totale offerto da Euronext sale così da 625 a 695 milioni di euro, contro i 673 milioni proposti dal Nasdaq nel gennaio scorso. La cifra di 158 corone rappresenta un premium del 44 per cento sul valore di mercato della Borsa di Oslo.