La sede della Bundesbank a Francoforte (foto Imagoeconomica)

E' strano come il sovranismo, visto da Berlino, somigli a una patrimoniale

Luciano Capone

Il responsabile del dipartimento di finanza pubblica della Bundesbank ha un'idea per dimezzare il debito italiano: costringerci ad acquistare bond di solidarietà

Roma. E’ sorprendente vedere come i desideri dei sovranisti italiani somiglino tanto a un incubo quando vengono letti dal tedesco. E’ scattato un moto di patriottica indignazione alla lettura di una proposta, definita “provocatoria”, lanciata sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung da Karsten Wendorff, il responsabile del dipartimento di finanza pubblica della Bundesbank: “Patrimoniale al 20 per cento (oppure Prelievo forzoso al 20 per cento): il piano della Bundesbank per dimezzare il debito pubblico italiano”, è stato il titolo dei giornali italiani.

 

In realtà le cose stanno in maniera leggermente diversa. Quella dell’economista tedesco non è esattamente una “patrimoniale” o un “prelievo forzoso”, ma una specie di fondo salva-stato italiano che obbligherebbe i contribuenti italiani ad acquistare titoli di stato nella misura del 20 per cento del proprio patrimonio: in questo modo “metà del debito pubblico italiano potrà essere convertito in bond di solidarietà”. I cittadini costretti a investire in questi bond conserverebbero il capitale e una certa remunerazione, si tratterebbe quindi di una forma intensiva di repressione finanziaria, certamente non una cosa piacevole ma non si tratta di una “patrimoniale” o un “prelievo forzoso”. L’altra precisazione è che questo non è un piano della Bundesbank, ma un’idea espressa a titolo personale di Wendorff: è vero che chi occupa certi ruoli dovrebbe – per sensibilità e opportunità – astenersi da certe proposte, ma quando alcuni funzionari della Consob (Marcello Minenna) e della Banca d’Italia (Roberto Violi) hanno pubblicato una proposta di mutualizzazione del debito, i giornali tedeschi non hanno titolato: “Ecco come Consob e Banca d’Italia vogliono estorcere soldi ai contribuenti tedeschi”.

 

Ma dettagli a parte, la realtà è che la proposta dell’economista della Buba non è in contrasto con le idee sovraniste di questo governo, anzi, ne è la perfetta traduzione dagli slogan al linguaggio economico-finanziario: la politica fiscale la decidiamo noi perché siamo uno stato sovrano; l’Europa non deve dirci cosa fare; abbiamo un debito pubblico elevato ma anche una grandissima ricchezza privata; gli italiani sono pronti a dare una mano alla patria; non dobbiamo dipendere dagli stranieri; dobbiamo nazionalizzare il debito. Insomma, “l’Italia può farcela” e per conto suo.

 

Karsten Wendorff non ha fatto altro che mettere in fila queste preposizioni per farle diventare un piano d’azione concreto. Non a caso nell’articolo sulla Faz, come premessa alla sua proposta, l’economista tedesco cita il ministro Paolo Savona e il vicepremier Matteo Salvini. Wendorff fa notare che è Savona, nel documento “Politeia” inviato a Bruxelles, a parlare di ristrutturazione del debito pubblico attraverso un intervento della Bce. Ma proprio la deliberata violazione delle regole europee, sottolinea Wendorff, dimostra che non ci può essere maggiore condivisione del rischio a livello europeo: ognuno deve essere sovrano (e responsabile), sia del proprio bilancio che del proprio debito. E' a questo punto che l’economista della Buba fa sue le parole di Salvini: “Il vicepremier e ministro dell’Interno Salvini ha ventilato l’ipotesi di un intervento nazionale visto l’aumento dello spread – scrive sulla Faz – ha dichiarato che l’elevato patrimonio privato in Italia potrebbe contribuire a ridurre gli alti rendimenti. Anche se ritengo del tutto sbagliato violare le regole fiscali concordate, bisogna dare ragione a Salvini: l’Italia non è certo un paese povero”. In questo senso, prosegue Wendorff, l’Italia non ha bisogno di un default né della protezione degli altri stati: è sovrana e ricca e quindi può benissimo, da sola, costringere i suoi cittadini a comprare Btp con il 20 per cento del proprio patrimonio, senza chiedere aiuto alla tanto odiata Europa. E’ la traduzione in tedesco della linea politica di Salvini e Di Maio, cambia solo il punto di vista: “E’ strano come una discesa, vista dal basso, somigli tanto a una salita”, diceva Pippo (Goofy).

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali