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Cdp anticipa l'irruzione in Telecom

Maria Carla Sicilia

Lo stato prepara il ritorno nella rete telefonica in convergenza con il fondo speculativo Elliott per colpire Bolloré

Con l'intento di intervenire nella contesa tra i francesi di Vivendi e il fondo americano Elliot per presidiare gli interessi nazionali, la Cassa depositi e prestiti deciderà oggi se acquistare una partecipazione in Telecom Italia che potrebbe arrivare al 5 per cento, per un investimento pari a 750 milioni di euro. L'indiscrezione è stata confermata da diverse fonti vicine al dossier e si attendono sviluppi dopo la riunione del consiglio di amministrazione prevista per oggi alle 15.

  

Oltre al governo in carica, anche gli altri partiti sono stati consultati prima di dare mandato alla Cdp di discutere la fattibilità dell'operazione che porterebbe all'ingresso di capitale pubblico nelle casse dell'ex monopolista telefonico. Le tempistiche suggeriscono la volontà di partecipare alla prossima assemblea di Telecom, il 24 aprile, per esprimere un indirizzo in vista della riorganizzazione del board e delle operazioni in programma sulla rete, considerata asset di interesse nazionale, di cui l'operatore telefonico ha previsto lo scorporo in una nuova società che rimarrebbe sotto totale controllo di Tim.

  

Il recente ingresso del fondo attivista Elliot, da poco azionista della compagnia con oltre il 5 per cento, ha rimescolato le carte e insidiato i piani previsti da Vivendi, socio di maggioranza della società telefonica italiana. L'intenzione del fondo è quella di forzare un ricambio almeno parziale del consiglio di amministrazione e di ridurre la quota di Tim nella separazione delle infrastrutture, creando una rete unica nazionale. Un piano che secondo quanto affermato qualche settimana fa dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda è “coincidente a quello che noi siamo intenzionati a fare per difendere l’interesse pubblico”.

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