Il Nokia 3310 (foto LaPresse)

Lo stato finlandese torna in Nokia

Alessandro Berrettoni

Il fondo Solidium ha acquistato una quota dello storico produttore di telefonini. E, come su Qualcomm, c’entra il 5G

Il governo finlandese ha acquistato una partecipazione in Nokia tramite il fondo di investimenti Solidium. La mossa è stata fatta per sostenere “una compagnia molto importante a livello nazionale”, in un momento in cui il settore delle telecomunicazioni sta diventando strategico. E non soltanto per la produzione di cellulari e per il consumo digitale,  ma soprattutto per le reti e l’avvento della tecnologia 5G.

 

Una strategia simile a quella di Trump, che ha deciso di bloccare l’acquisto di Qualcomm da parte di Broadcom, società con sede a Singapore. Se negli Stati Uniti il timore sono possibili interessi cinesi, la Finlandia vuole tenere le mani salde sull’infrastruttura del futuro. Il 5G si annuncia come la rivoluzione delle reti wireless, quella che ci permetterà di ragionare nell’ordine dei gigabyte e non più in megabyte. Ecco perché possedere quell’infrastruttura è molto importante, anche per gli stati sovrani. Solid state device, l’ha chiamato il Financial Times, parafrasando l’acronimo delle unità a stato solido.

  

Non a caso sono state proprio Nokia e Qualcomm, appena qualche settimana fa, a completare i primi test di interoperabilità sugli standard 5G, in un’ottica di collaborazione per arrivare ad implementare la rete nel 2019. Solidium ha deciso di acquisire il 3,3 per cento di Nokia, che vale 844 milioni di euro, l’11 per cento del suo patrimonio totale di 8.4 miliardi. Il fondo possiede già partecipazioni in molte compagnie finlandesi, incluso l’operatore telefonico Elisa e Stora Enso, ma finora non aveva mai investito in Nokia. “Nella nostra visione, l’azienda è in buona forma”, ha detto l’amministratore delegato di Solidium Antti Mäkinen.

 

Fino a circa dieci anni fa Nokia era il leader incontrastato del mercato globale dei telefonini. Poi sono arrivati gli smartphone. Il suo collasso è stato una delle cause della crisi economica del paese scandinavo, dove Nokia era arrivata a valere il 4 per cento del pil. La gloriosa storia industriale della compagnia, nata nella sua forma odierna nel 1967, si è praticamente chiusa nel 2013, quando Microsoft si è comprata con 7 miliardi di dollari la divisione “device e servizi”, insieme a migliaia di brevetti. Nokia a quel punto sparisce e viene sostituita da Microsoft Mobile, in un’operazione che segna il punto più basso della compagnia. Si arriva al 18 maggio 2016, giorno in cui l’azienda fondata da Bill Gates annuncia la vendita, per 350 milioni, della divisione feature a Fih Mobile, una sussidiaria della taiwanese Foxconn. Nokia torna sul mercato attraverso un’altra azienda finlandese, Hmd global, che ha acquisito i diritti sul marchio. Ma oltre al ritorno alla produzione di telefonini, per la maggior parte repliche di modelli celebri come il 3310 o il “banana phone”, Nokia si è concentrata in particolare sull’industria delle reti.

 

Molti paesi sono preoccupati per possibili attacchi stranieri a industrie considerate essenziali e strategiche: lo è la Germania, dopo che il gruppo cinese Geely è diventato il maggiore azionista di Daimler. Lo è l’Italia, dopo le incursioni di Vincent Bolloré in Telecom e Mediaset. Lo è la Finlandia, che però ha Solidium.

 

“Crediamo che sarà un buon investimento. I fattori di attrazione sono la forte posizione nel mercato combinata con l'ampia esperienza tecnologica. Dobbiamo ricordarci che si tratta della più grande compagnia del paese, e che la proprietà finlandese è sempre stata piuttosto esigua sino ad ora”. Per ora Solidium non cerca niente di più, come per  esempio un posto nel consiglio d’amministrazione, e intanto il ministro dell’economia Mika Lintila ha rassicurato che si tratta di una decisione autonoma del fondo. “Certo, per la Finlandia Nokia è una compagnia importante, e la proprietà è estremamente variegata e dispersa”. Per evitare di confondere un investimento strategico con uno politico, Solidium ha un mandato preciso che dà la priorità a considerazioni di mercato rispetto alle questioni nazionalistiche-strategiche.  Dovrà pertanto vendere le sue partecipazioni nell’operatore telefonico Telia.

 

Nato per gestire le proprietà di Skop Bank, un istituto di credito finito in bancarotta durante la crisi degli anni 90, Solidium dal 2008 amministra le partecipazioni di minoranza dello stato finlandese, che fino ad allora erano coordinate dal ministero del commercio e dell’industria. Adesso, Solidium è azionista di 12 aziende quotate in borsa. La partecipazione più importante è il 12,3 per cento di Stora Enso, azienda finno-svedese che si occupa della produzione di carta. Segue, da oggi, Nokia.

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