Cresce il made in Italy, oltre 2.500 aziende artigiane in più nel II trimestre 2016

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Roma, 16 ago. (Labitalia) - Oltre 2.500 imprese artigiane in più in Italia nel secondo trimestre dell'anno. Tra aprile e giugno lo stock delle imprese è aumentato di 2.520 unità, pari ad un tasso di crescita dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e in miglioramento rispetto al corrispondente periodo degli ultimi 3 anni. A fronte di questo risultato, il secondo trimestre si segnala, però, come quello meno brillante in assoluto per numero di imprese nate (22.677) negli ultimi 10 anni. Solo il concomitante 'record' delle minori cancellazioni del decennio (20.157) ha reso possibile il saldo positivo, un dato che fa sperare nel proseguimento della ricostruzione del tessuto imprenditoriale artigiano. Questi i dati salienti dell'analisi di Unioncamere e InfoCamere condotta sulla base dei dati del registro delle imprese delle Camere di commercio, relativamente alle impresa artigiane nel secondo trimestre del 2016.

Roma, (Labitalia) - Oltre 2.500 imprese artigiane in più in Italia nel secondo trimestre dell’anno. Tra aprile e giugno lo stock delle imprese è aumentato di 2.520 unità, pari a un tasso di crescita dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente e in miglioramento rispetto al corrispondente periodo degli ultimi 3 anni. A fronte di questo risultato, il secondo trimestre si segnala, però, come quello meno brillante in assoluto per numero di imprese nate (22.677) negli ultimi 10 anni. Solo il concomitante 'record' delle minori cancellazioni del decennio (20.157) ha reso possibile il saldo positivo, un dato che fa sperare nel proseguimento della ricostruzione del tessuto imprenditoriale artigiano. Questi i dati salienti dell’analisi di Unioncamere e InfoCamere condotta sulla base dei dati del registro delle imprese delle Camere di commercio, relativamente alle impresa artigiane nel secondo trimestre del 2016.

 

"Nel lavoro artigianale c’è la vera identità del made in Italy dove si combinano tradizione e innovazione", commenta il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, secondo il quale "per questo motivo è importante non solo stimolare la nascita di queste realtà produttive, anche attraverso un ricambio generazionale che consenta di non disperdere uno straordinario patrimonio di saperi, ma anche diffondere i vantaggi della digitalizzazione per sfruttare al meglio le opportunità della rete".

 

In termini assoluti, gli incrementi più apprezzabili vengono dai servizi alle persone (910 imprese in più nel periodo), in particolare grazie all’aumento delle attività dei parrucchieri ed estetisti (più 580 unità nel trimestre).

 

Guardando invece ai settori che crescono proporzionalmente di più, la leadership nel II trimestre dell’anno va senza ombra di dubbio ai servizi alle imprese: più 1,67 per cento il tasso di crescita nel trimestre, per un saldo di 823 imprese in più rispetto alla fine di marzo.

 

In questo settore, le attività artigiane più dinamiche sono state quelle dedite alla cura e manutenzione del paesaggio (più 379 unità) e alla pulizia e disinfestazione (più 305). Sul versante opposto, i settori in maggiore contrazione restano le attività manifatturiere (meno 150 unità nel periodo) e i trasporti e magazzinaggio (meno 103).

 

Guardando alla geografia dell’Italia artigiana, tra aprile e giugno tutte le macro-aree del paese hanno fatto registrare una lieve crescita dello stock delle imprese. Rispetto allo stesso periodo del 2015, tuttavia, a migliorare sono il Centro (più 0,21 contro più 0,16 per cento) e il Sud e Isole che recuperano maggiore terreno rientrando in campo positivo (da meno 0,14 a più  0,03 per cento). Tra le regioni, le più dinamiche sono state la Valle d’Aosta (dove l’artigianato è cresciuto dell’1,07 per cento rispetto alla fine di marzo), il Trentino-Alto Adige (più 0,52 per cento) e la Liguria (più 0,38 per cento).

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