Quello che le pmi italiane trascurano: branding e marketing

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Il ruolo del branding e del marketing digitale in Italia non ha ancora assunto un peso di rilievo, come invece accade nel resto del mondo, dove in questa particolare fase di crisi e di nuove sfide di mercato, tali strumenti vengono considerati preziosi alleati per lo sviluppo della propria attività imprenditoriale.

    Il ruolo del branding e del marketing digitale in Italia non ha ancora assunto un peso di rilievo, come invece accade nel resto del mondo, dove in questa particolare fase di crisi e di nuove sfide di mercato, tali strumenti vengono considerati preziosi alleati per lo sviluppo della propria attività imprenditoriale. A sostenerlo Powerlogo, azienda specializzata nella creazione di logo professionali efficaci e funzionali, che ricorda come, secondo i dati Eurostat, in Italia, il 67% delle pmi ha un sito Internet e solo il 25% utilizza Facebook, Twitter o Youtube. Inoltre, dalle statistiche risulta come le pmi italiane non siano riuscite ancora a padroneggiare la comunicazione aziendale in tutte le sue forme.

     

    “Le pmi, da una parte, scaricano tutto il marketing sugli agenti di vendita, dall'altra si affidano ad agenzie 'creative' che spesso danno un messaggio del tutto estetico, sia a livello di branding che di marketing, oppure sono troppo attente all’originalità fine a se stessa che finisce il più delle volte per essere incomprensibile e fuori target", spiega Patrizia Parca, Graphic Designer di Powerlogo.

     

    "Inoltre, il problema delle piccole aziende sta nel fatto che, in molti casi, non hanno un posizionamento e di conseguenza un'idea differenziante che le distingua dalla concorrenza”, sottolinea.

     

    Gli errori più comuni delle pmi in ambito marketing e comunicazione sono proprio da rintracciare in una mancata consapevolezza della propria attività che si ripercuote nella comunicazione che non raggiunge il target desiderato: “Per esperienza - dice la logo designer - ho constatato come le pmi italiane non sono sempre in grado di rispondere a una domanda apparentemente semplice: 'Perché dovrei comprare da te e non dal tuo concorrente?'".

     

    "Molti rispondono: 'Perché i miei prodotti sono di qualità alta a un prezzo più basso'. Tuttavia, la qualità espressa in questo modo non è un vero valore differenziante perché nessuno dirà 'ho i prodotti di bassa qualità a prezzo alto', quindi è un messaggio che non aggiunge nulla e costringe l’azienda nella nicchia della corsa del prezzo al ribasso", prosegue.

     

    "Il consiglio è di declinare la qualità in qualcosa di percepibile: tirate fuori premi ricevuti, certificazioni o brevetti, e le testimonianze dei clienti, trovate una qualità o attributo su cui puntare”, continua Patrizia Parca.

     

    Ma le agenzie specializzate, sono in grado di rispondere alle reali esigenze delle pmi? “Spesso le agenzie non questionano sul posizionamento o sul target - ammette Patrizia Parca - e, di conseguenza, per la realizzazione di un logo, nel migliore dei casi, si avrà un lavoro esteticamente valido, ma inefficace e, nel peggiore dei casi, si potrà produrre un risultato creativo ma incomprensibile. Per questo, prima di iniziare a lavorare, consiglio alle pmi un’analisi preventiva: se non sono disposte a questo passaggio, per me essenziale, evito di prenderli come clienti”.

     

    Secondo Patrizia Parca, poi, le pmi spesso mancano di specializzazione, così si crea una comunicazione che va bene per tutti, ma avverte: “Se va bene per tutti, vuol dire che in fondo non va bene a nessuno".

     

    "Tale procedimento può essere adottato solo dalle aziende molto grandi, che hanno milioni di euro da spendere in pubblicità; un discorso diverso va fatto per una pmi, che deve di volta in volta ponderare il messaggio e calibrarlo il più possibile, ‘cucirlo’ sul potenziale cliente”, conclude.