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Perché i greci non possono decidere l'uscita dall'euro per referendum

Francesco Forte

Può Atene uscire dall’euro tramite una decisione del suo governo o mediante un referendum che pare irrazionale? E' vero che ciò comunque comporterebbe l’uscita dall’Unione europea? A entrambe queste domande occorre rispondere no.

Può la Grecia uscire dall’euro tramite una decisione del suo governo o mediante un referendum? Ed è vero che ciò comunque comporterebbe l’uscita dall’Unione europea e anche dalla Nato, con conseguente possibile accordo con la Russia di Vladimir Putin? A entrambe queste domande occorre rispondere no.

 

Infatti è del tutto vero che un paese membro dell’Eurozona può decidere, con le sue istituzioni democratiche, di uscire dalla moneta unica per quanto riguarda i suoi poteri e doveri fiscali e di economia pubblica. Infatti l'adesione di un paese all’euro non è subordinata al gradimento degli altri stati membri. Essa, secondo i principi dell’Atto unico europeo, recepiti dal Trattato di Maastricht e dalle norme successive, si attua per adesione da parte di uno stato che ne ha i requisiti. L’accettazione nel club monetario europeo, da parte degli altri membri consiste solo nella verifica se tali parametri ci sono o no. Né l’Atto Unico, né il Trattato di Maastricht stabiliscono le regole per il recesso. Probabilmente chi ha scritto i testi era digiuno di una disciplina particolare,  sviluppata dall'economista Ronald Coase, denominata analisi economica del dritto nel settore pubblico con gli stessi principi analitici che valgono nel settore di mercato.

 

In ogni caso, per simmetria, si può ben argomentare che se l’adesione è volontaria anche il recesso lo è. Salvo aggiungere che gli altri membri del "club" hanno comunque diritto di espellere uno stato membro, qualora ritengano che non abbia più i parametri per parteciparvi. Sin qui la parte fiscale del ragionamento. Ed ammesso che i greci, in quanto inventori della democrazia, nei tempi più antichi, abbiano il diritto di votare per referendum i trattati internazionali e le leggi di bilancio – cosa preclusa in Italia dalla Costituzione, articolo 75 – il discorso sembra filare. A me sembra stravagante l’idea che un debitore possa avere diritto di decidere con referendum popolare se debba o no pagare i debiti. Ma ricordo che nella Grecia antica la democrazia era anche denominata demagogia. Aggiungo che, per sovra mercato, la carta costituzionale europea cita una frase di Pericle sulla democrazia, che potrebbe essere classificabile come demagogia. Aggiungo che poiché uno stato facente parte dell’Unione europea, può entrare per propria volontà del sistema monetario europeo e ha diritto di recedervi, il suo recesso non implica l’uscita dall’Unione europea, che comporta un atto ulteriore, con procedure specifiche ulteriori. Anche il recesso dalla Nato ha le sue procedure, quindi non vedo che la faccenda sia così semplice, come spostare una dama o un cavallo su una scacchiera.

 

Ma ammesso che ciò si possa fare, con una “mossa del cavallo” , c’è però un intoppo in questo modo “democratico” di gestire il denaro, che potrebbe definirsi “finanza allegra” se i suoi effetti non fossero molto tristi, che riguarda la costituzione monetaria europea. Infatti, il Trattato di Maastricht stabilisce la piena autonomia dell’autorità monetaria, denominata Sebc (Sistema europeo di banche centrali), avente al vertice la Banca centrale europea, che è la Banca centrale di una federazione di banche. Questa ha la forma giuridica di diritto privato (ecco che viene in campo la teoria di Ronald Coase) della Società per azioni. Le autorità fiscali europee non sovra intendono alla Bce e al Sebc, che sono, nel proprio ordine, pienamente sovrani. A suo tempo la Banca centrale greca è entrata a far parte del Sebc con una quota del 2 per cento. Ciò ha comportato che la Grecia è entrata nell’Eurozona mediante l’ingresso in una Spa monetaria, il Sebc appunto. Non mi consta che si possa uscire dalle Spa con referendum. Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha dichiarato a più riprese che l’euro è irreversibile. Ciò è una constatazione derivante dalla lettura dello statuto della Bce. Solo la sua assemblea straordinaria può dunque stabilire l’uscita di un azionista e le modalità di ciò. Ma, certo, per Aristotele la democrazia è demagogia. Non capisco perché Angela Merkel ci sia cascata.          

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