Di cosa parlare stasera a cena

L'intervento americano in medio oriente non è l'unica via d'uscita

Giuseppe De Filippi

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Donald Trump consulta, ascolta e smentisce i suoi consiglieri sul possibile intervento americano contro l'Iran. Ma forse se ne può ridimensionare la portata, senza togliere nulla sull'importanza del sostegno americano a Israele. Ormai è di pubblico dominio che la potentissima bomba capace di distruggere bunker in profondità è nella disponibilità dell'esercito americano e potrebbe dare la svolta finale all'attacco israeliano con l'eliminazione di Khamenei e soprattutto delle infrastrutture nucleari più protette. Ma è anche vero che Israele dispone di armi meno potenti ma ugualmente efficaci se usate in quantità adeguata e che, con il controllo aereo ormai acquisito, anche un'azione di commando (che avrebbe un forte pregio psicologico e di immagine) diventa realizzabile

  

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Mentre continuano gli attacchi mirati, in una guerra che può segnare un punto di passaggio nella storia del Medio Oriente

  

Anche se nella strategia israeliana c'è forse meno interesse di quanto venga detto (o insinuato in modo propagandistico) per il futuro assetto politico iraniano. La democrazia e lo stato di diritto, se li vogliono, li devono conquistare e difendere gli iraniani. Altrimenti, cosa più probabile, sarà qualche congiura a portare al potere nuovi dittatori, indeboliti però nella capacità di destabilizzare altri paesi

   

Fatto #2

Gli sforzi di Volodymyr Zelensky per portare in uno schema razionale le scelte ondivaghe di Trump e coordinarle con il quadro europeo

   

Fatto #3

I giapponesi di Honda fanno i razzi come e forse meglio di quelli di Musk

   

Oggi in pillole