Di cosa parlare stasera a cena

Cosa aspettarsi dalla frenata dell'inflazione

Giuseppe De Filippi

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Sì, c’è l’effetto del confronto annuale, quindi con l’ottobre scorso e i suoi forti rincari dei prezzi energetici, però la frenata dell’inflazione è talmente brusca da riportare la variazione annua all’1,8%, quindi dentro ai valori ritenuti fisiologici e anche auspicabili in un’economia ben funzionante. Se questo fosse l’epilogo del periodo di turbolenza dei prezzi e quindi se ci fosse, come è prevedibile, una stabilizzazione nei prossimi mesi, vorrebbe dire che abbiamo vissuto, assieme all’intera europea, gli effetti di un repentino aumento di alcuni prezzi, a partire da quelli dell’energia, in grado di trascinarne anche altri e gli effetti di una precedente estrema riduzione dei tassi di interesse. Le due determinanti hanno agito insieme e hanno provocato un veloce ritorno a tassi di inflazione in doppia cifra, come non si vedevano da molti anni. Famiglie e imprese hanno incassato il colpo, con qualche modifica alle scelte di spesa, di risparmio, di investimento, ma senza choc. E adesso la stabilizzazione prevedibile porterà a un altro lungo periodo di inflazione bassa. Lo scalone lo abbiamo digerito e i prezzi dell’energia sono destinati a darsi una gran calmata. Ma non aspettatevi una veloce riduzione dei tassi di interesse perché il loro livello è determinato dalla necessità di recuperare il controllo della politica monetaria dopo gli eccessi del periodo della pandemia. La Bce, insomma, gioca anche un’altra partita, quella del recupero di condizioni normali nel costo del denaro. È probabile che i tassi restino stabili, perciò alti, per qualche mese e si avviino verso il ribasso in un tempo successivo rispetto al rientro dell’inflazione

  

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Condizioni che, insieme alla buona tenuta politica sulla manovra (quello che contava era la parte previdenziale), piacciono ai mercati. Lo spread se ne sta abbastanza buono. E il ministro Giancarlo Giorgetti, con astuzia, non la fa facile e continua a ribadire che il debito è il punto debole dell’Italia e che la vigilanza sui conti pubblici va tenuta alta

 

La manovra arriva in Senato con l’accordo politico, mai visto prima, sull’azzeramento degli emendamenti di maggioranza (ma qualcosa già scricchiola, guardate, per sentire gli scricchiolii, dalle parti delle varie minoranze di Forza Italia, le loro scelte, però, potrebbero anche dar luogo a uscite di fatto dalla maggioranza, senza che i numeri intacchino la solidità del governo). Questo eliminerà l’orrido maxiemendamento finale con cui i governi inglobavano e digerivano tutte le modifiche approvate e darà però anche una speciale visibilità ai tentativi di modifica da parte dell’opposizione (e non è detto che sia un male, anzi)

 

Fatto #2

Gli ostaggi ancora trattenuti a Gaza e l’avanzamento lento e metodico dell’esercito israeliano. La strategia della gradualità ha senso e costringe Hamas a un’escalation nervosa, visibile nella martellante propaganda che ha raggiunto anche le televisioni italiane

 

In Francia le manifestazioni sempre più gravi ed evidenti di antisemitismo

 

Fatto #3

Opporsi, senza senso, al 5G e alle onde che dovranno farlo funzionare

 

Oggi in pillole

 

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