Di cosa parlare stasera a cena

L'accordo nel governo su premierato e legge di Bilancio

Giuseppe De Filippi

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Sul premierato cercheremo di capire qualcosa nelle prossime cene. Certamente l’obiettivo di stabilizzare la funzione di governo ha senso e vanno fatte le congratulazioni alla premier Giorgia Meloni per aver realizzato l’accordo politico all’interno della maggioranza. Non sembra credibile la tesi, vestita da scafatezza politica, per cui ci si butterebbe sulle riforme istituzionali per coprire il caos sulla manovra. Gli accordi per le due iniziative sono arrivati entrambi oggi simultaneamente e poi c’è da osservare che si tratterebbe di bugia dalle gambe davvero cortissime, perché la legge di Bilancio comunque verrà analizzata a fondo da qui a fine anno e non c’è modo di coprirne parti.

Però si può anche rilevare, mentre si fanno le congratulazioni, che c’è questa strana fissazione dei presidenti del Consiglio nel voler cambiare le leggi con le quali sono diventati presidenti del Consiglio e il modo in cui operano da presidenti del Consiglio. Di un sistema che vi ha portati a Palazzo Chigi e all’interno del quale avete fatto i ministri e i leader di partito non è bello né troppo logico dire che è da buttare o da modificare alla radice. Non è una questione di mancata riconoscenza, figuriamoci, ma di senso politico. E forse anche questa scostumatezza istituzionale è stata all’origine delle successive disfatte elettorali dei presidenti impegnati nella modifica profonda delle regole. E poi, attenzione a come si maneggiano le norme, perché si potrebbe anche ottenere il risultato opposto, come rileva il nostro caro Stefano Ceccanti.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Uno splendido Sergio Mattarella in appoggio alla ricerca scientifica e con un riferimento esplicito alla necessità di non fermare gli studi sui vaccini a mRna dopo i risultati eccellenti durante la pandemia perché altrettanto può essere ottenuto contro i tumori.

Fatto #2

La situazione nel nord e nel sud di Israele e a Gaza indica una certa forma di stabilizzazione, sembra incredibile ma è così, del confronto militare. Le forze israeliane procedono ma senza inutile furore e con evidente impegno nella riduzione delle vittime civili. Questo è il ritmo di avanzamento e assomiglia più alla lentezza di una scalata in montagna che alla tumultuosità di una cavalcata. Questo è anche un elemento di strategia e di tecnica della comunicazione. Perché il passaggio a una condotta di guerra per obiettivi limitati e progressivi serve anche a fiaccare, a stancare, la spinta emotiva e il gioco della propaganda.

Fatto #3

La giovane Shani Luk tra le tante vittime dell’offensiva terroristica del 7 ottobre e dei successivi giorni tra sequestri e torture. "Ciò dimostra tutta la barbarie che si cela dietro l’attacco di Hamas, di cui occorre ritenere responsabile. Questo è terrorismo e Israele ha il diritto di difendersi", ha scritto su X il cancelliere Scholz.

Questi bambini uccisi nei loro letti mentre Hamas ora tenta di accelerare nell’uso degli ostaggi per azioni di intimidazione e per influenzare la guida politica della guerra.

 

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