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La missione di Meloni in Polonia

Giuseppe De Filippi

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Giorgia Meloni in Polonia, dall’unico leader europeo che appartiene al suo stesso schieramento, quello dei conservatori, ma che non era stato sempre allineato con le indicazioni politiche italiane, specialmente sul tema dei migranti. La missione serve a recuperare un rapporto utile anche per le prossime alleanze europee, visto che l’Ungheria sembra ormai fuori da ogni possibilità di dialogo.

Per Elly Schlein polacchi e ungheresi pari sono e ugualmente non danno nessun margine di dialogo con il resto dell’Ue, per cui la missione di Meloni non ha speranze.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Daniela Santanché segna effettivamente un punto tattico, perché la richiesta di dimissioni, urlata e scomposta come sempre, arriva in modo marcato solo dai 5 stelle. Il grillismo, altra faccia della giustizia di piazza, ha fatto il suo tempo e impoverisce le accuse politiche al ministro del turismo. Certo, ascoltandola in aula sembrerebbe che sia stata in grado di replicare con una certa convinzione, anche se con toni assertivi o allusivi (“le principali critiche vengono da chi mi chiede di prenotare in miei locali”) agli addebiti ricevuti, sia per le questioni lavoristiche sia per quelle finanziarie. Un consiglio: guardate le reazioni dei leghisti per capire se la maggioranza è davvero tutta schierata in difesa di Santanché. C’è però, in una specie di rievocazione tardiva delle procedure di Mani pulite, la discussione sull’esistenza dell’avviso di garanzia. Con Santanché che giura di non averlo ricevuto, ma, si sa com’è in questi casi, le fonti giornalistiche sono un po’ più avanti anche rispetto ai diretti interessati.

Intanto, in attesa degli accertamenti della procura, resta la realtà di un gruppo, Visibilia, il cui valore di Borsa è precipitato in modo impressionante, quasi azzerando gli investimenti degli azionisti della prima ora. Questo non ha rilievo penale ma è spia di una pessima gestione aziendale.

Fatto #2

Ritorniamo sulla politica parallela di Matteo Salvini, una specie di governo ombra dicevamo ieri. E oggi tocca alla politica estera, con un paese, la Serbia, che ora va trattato con molta prudenza. E non si vede bene cosa debbano dirsi con il ministro della difesa serbo a proposito degli scontri in Francia o in generale sulla situazione in Europa.

Fatto #3

L’Abi, attraverso il suo presidente Antonio Patuelli, con una certa eleganza ha raccolto l’invito del governo per allungare la vita dei mutui le cui rate sono diventate troppo pesanti. Ne ha parlato il ministro Giancarlo Giorgetti oggi all’assemblea dei banchieri e, appunto, Patuelli ha detto che c’è disponibilità, sia attraverso scelte delle singole banche sia con l’aiuto di un provvedimento nazionale, da sottoporre ad autorizzazione europea. Ma il Foglio segnalava come lo zelo salviniano, sempre al governo ombra siamo, possa, anche in questo caso, avere effetti indesiderati.

 

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