La rivoluzione francese 2.0 comincia a calare d'intensità

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Per leggere la versione senza paywall, iscriviti alla newsletter "Di cosa parlare stasera a cena" a questo link: è gratis!


 

Mentre la rivoluzione francese 2.0 comincia a calare d’intensità sale, invece, il tono delle interpretazioni italiane degli scontri. Con un consistente bagaglio di apparenti stupidaggini. C’è l’invidioso della mobilitazione altrui, dispiaciuto perché qui non si fanno rivoluzioni e anzi noi italiani ci sorbiamo le peggio cose governative e non fiatiamo. C’è quello che gode perché può rinfacciare ai francesi, e segnatamente al ministro dell’interno Gerard Darmanin, le precedenti critiche fatte all’Italia sulla gestione dell’immigrazione. Poi ci sono quelli che per principio ce l’hanno con Emmanuel Macron e ora sono contenti di vederlo alle prese con i roghi urbani. Non trascuriamo gli interpreti più profondi, ancorché distanti, del disagio francese, quelli che spiegano come, a rotazione, alla base delle proteste ci siano l’Islam, la secolarizzazione, la mancata integrazione, l’eccessiva integrazione, la terza generazione, la quarta generazione, la povertà, l’eccessiva disponibilità di aiuti e sostegni pubblici, i valori, la mancanza di valori. Un florilegio di letture italianissime o pronte per litigare sui social o in qualche confronto Tv. Il fenomeno, intanto, si spegne da solo, come successo già in recenti episodi simili in Francia. E lascia i suoi interpreti a cianciare senza dare loro la soddisfazione di una rivendicazione politica o sociale che sia una e che permetta di dire a qualcuno che aveva ragione.

Resta il dolore per chi ha perso la vita e per chi è stato costretto a subire violenze e intimidazioni. In attesa che il processo al poliziotto che ha ucciso il diciassettenne faccia il suo corso.

 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1

Iniziativa comune tra Pd e 5 Stelle, in dialogo con due sindacati su tre, sul salario minimo. Il tema sembra fatto apposta per unire ma, quando si passa all’applicazione pratica, può diventare un rivelatore di diversità di vedute e portare e scontri. Di fatto l’iniziativa divide il campo politico e con oggi sancisce anche la divisione del campo sindacale.

 

Fatto #2

Cosa ha detto Giorgia Meloni ad Assolombarda: ad esempio che intende centrare tutti gli obiettivi del Pnrr. Tutt’altro che quello che intende dire Matteo Salvini con Marine Le Pen, il loro incontro è stato rinviato, ma resta in agenda e contribuirà a far allontanare sempre di più le posizioni di FdI da quelle della Lega. E contro il Salvini eurodestrissimo si fa sentire anche Antonio Tajani.

 

Fatto #3

Milano fiera delle sue metropolitane e del suo aeroporto centrale, dal quale si potrà arrivare in centro usando la nuova linea sotterranea. Ora, però, prendetela la metropolitana per rientrare da Linate invece di stare lì fermi a fare le foto indignate alla fila dei taxi

 

Oggi in pillole