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DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Il terzo polo rischia di scomparire, Conte l'ha già fatto

Giuseppe De Filippi

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Lo scenario elettorale secondo i più recenti sviluppi delle alleanze tra partiti indica tuttora una notevole prevalenza del centrodestra, l’Istituto Cattaneo ci porta a vedere la situazione nei collegi determinati dalla riduzione dei parlamentari. Al centro, tra sondaggi debolucci, si saldano le residue forze di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Ieri ne parlavamo come di un’offerta politica in grado di smuovere gli equilibri, ma c’è anche il rischio (per loro) di finire in una quasi irrilevanza, come Pli e Pri ma senza il pentapartito a offrire operatività politica.

  

Non si candida Alessandro Di Battista e dice che fa questa rinuncia perché a non volerlo in lista è il suo (ex) partito e se la prende con Beppe Grillo, definito padre padrone e autoritario, volubile, capriccioso. Stupirà molti, comprensibilmente, ma Dibba è non solo amato ma anche seguito da quel residuo, non piccolissimo, gruppo di elettori ancora intenzionati a votare per i 5 stelle. La figura di Giuseppe Conte, neanche degnato degli attacchi dibattistiani, si fa ancora più scialba. Il presidente del movimento, o quella che è la sua carica, è stretto tra due freddezze, quella di Grillo, sul quale l’analisi di Dibba è corretta, e quella della base del movimento. Nessuno se lo fila ora che ha smesso i panni dell’uomo che traghettava il grillismo nelle istituzioni. Semplicemente perché di un mezzo movimentista, che scimmiotta il Dibba più aggressivo ma lo stempera nel suo approccio da accordo stragiudiziale, non sanno proprio che farsene. La rabbia dibattistiana arriva mentre Conte tenta di chiudere le liste e le candidature. Il movimento che fu del 32% si avvia a una confusa risalita verso i tinelli e le camerette di provenienza.

   

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Donald Trump non esce mai dal copione dell’eversore, estraneo alle istituzioni. E questo gioco diventa sempre più pericoloso. Le ispezioni dell’Fbi nella sua casa di Mar-a-Lago hanno scatenato una sua furiosa reazione e, cosa grave, ha trascinato sulla sua linea anche la gran parte del partito repubblicano

 

Fatto #2 

Fortissime esplosioni sono state sentite anche a distanza da una importante base aerea russa nel territorio occupato della Crimea, le immagini in rete sono molte e mostrano senza equivoci l’intensità dei colpi con cui la struttura militare è stata colpita. Oltre alla utilità strategica, che probabilmente è legata all’obiettivo di ridurre la superiorità aerea russa, gli attacchi in Crimea sono anche quelli che causano i maggiori sconquassi alla solidità mentale, già provata, di Vladimir Putin. A cosa potrebbe portare? I russi dicono che sono le loro stesse munizioni, urca che disattenzione però

 

Fatto #3 

Olaf Scholz tenta un accordo sul gas con il Qatar, ma sembra invischiato in una trattativa come quelle con Carlo Calenda e il contratto rischia di saltare all’ultimo momento. Ora il cancelliere è ancora più messo alla berlina per la debolezza della sua politica energetica

  

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