(foto di Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Il successo del macronismo e la difficoltà di esportarlo in Europa

Giuseppe de Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

I francesi certamente sanno per chi e per quale progetto politico hanno votato. Il successo di Emmanuel Macron, anche perché ottenuto per un difficile secondo mandato, è forte e chiaro. Ma il trasferimento al resto dell'Ue di un'occasione politica e di un programma ideologico tipicamente francese necessita di qualche capacità di adattamento e di un lavoro di rielaborazione. Non per fare il noioso giochino della ricerca del Macron italiano o di chissà dove, ma per capire cos'è il macronismo e cosa può dare all'Europa. Per prima cosa si dovrebbe partire dal riconoscimento della capacità di sconfiggere un populismo antico e agguerrito come quello francese non contando sulla tradizione repubblicana ma giocando, a propria volta, un ruolo da outsider, da quasi rottamatori. Pescando nel repertorio ideologico liberale ma senza abusare dei richiami tradizionali di quelle ideologie.

Viene il dubbio sulla replicabilità di un caso così peculiare, anche nella stessa Francia il quarantottenne Macron, al termine del secondo e ultimo mandato, farà fatica a trovare un successore, perché si può trasferire un programma politico ma il carisma non è cedibile ad altri. Intanto è probabile che la spinta politica della vittoria di Macron abbia effetti stabilizzanti sulle legislative di giugno. In Slovenia, intanto succede che un'offerta politica liberale, con il partito guidato dalla rivelazione Robert Golob, riesca a sbaragliare i populisti e i loro amici ungheresi e russi.

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

Il 25 aprile e l'Ucraina, ogni cosa illuminata da Sergio Mattarella. A Milano, invece, idee confuse. E la scelta giusta di esserci e parlare da parte di Enrico Letta.

 

Fatto #2

Il più frequente segnale di debolezza o di preoccupazione per possibili lotte di potere interne è il parossismo nell'imporre divieti alla diffusione di notizie. E sulla saldezza interna del potere di Vladimir Putin, senza sapere nulla di più di ciò che circola nell'informazione libera, si può comunque indicare un punto che rende attaccabile l'assetto di comando. La Russia di oggi è governata da una cleptocrazia e la torta da dividere nel gruppo di potere è molto allettante. Il rischio, per chi comanda, consiste nell'essere attaccabile non tanto da sostenitori della democrazia o da idealisti liberali, contro i quali Putin sa difendersi preventivamente, ma da altri ladri, da altri aspiranti cleptocrati, magari seconde linee ora vittime di frustrazioni. L'insuccesso bellico potrebbe favorire qualche operazione di sostituzione di ladri con altri ladri, più che un colpo di stato un passaggio di proprietà dei super yacht.

 

Fatto #3

Il segretario di stato Usa e il ministro della difesa oggi a Kyiv per dare sostegno a Volodymir Zelensky. E l'evoluzione della guerra sul campo.

 

Oggi in pillole

 

  • Elon Musk compra Twitter.

  • E Nassim Nicholas Taleb ricorda di essere stato bloccato proprio da Musk, per giudizi non per insulti, e dice che non c'è nulla di male nel bloccare altri a meno che non si intenda diventare i proprietari di Twitter.

  • Il mondo senza olio di palma (perché a causa della mancanza di export alimentare da Russia e Ucraina gli indonesiani si tengono l'olio di palma per il consumo nazionale).