(foto di Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Letta e Meloni sono la "coppia" della politica italiana

Giuseppe de Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Svezia e Finlandia aprono alla possibilità di chiedere l’adesione alla Nato. Il mondo si riorganizza e bisogna essere all’altezza. L’Italia arriva a questi impegni nuovi con poche idee, con una leadership appesa alla sua competenza e al suo prestigio, ma, per ora, non traducibile in opzione politica. Peccato, siamo alla solita opzione tecnicamente efficace ma politicamente sterile. A riprendere un minimo di iniziativa sono stati i partiti. Sul Foglio Enrico Letta ha mosso le acque con le proposte di rinnovamento e rafforzamento dell’operatività della Ue. Per Letta quelle riforme che potremmo definire istituzionali dell’Europa servivano a renderla più agile e più veloce nelle decisioni e a consentire una maggiore politicizzazione della guida comunitaria.

 

È interessante vedere come le stesse proposte, lette in un’altra chiave, diventino la strada per un'Ue più fondata sulle iniziative nazionali e sul coordinamento tra stati nella lettera con cui Giorgia Meloni (sempre sul Foglio, complimenti per la centralità nel dibattito pubblico italiano) ha risposto alle proposte di Letta. Tuttavia, sono interessanti il rispetto e la concretezza politica con cui il segretario Pd e la presidente di FdI si scambiano idee e valutano le rispettive proposte. Matteo Salvini non sembra capace di parlare di Europa mettendo in fila un po’ di ragionamento sensati senza sprofondare molto rapidamente nell’insulto o nella beceraggine. È un suo limite terribile. Ieri è stato trafitto da fondatissime critiche per le mancate scuse alla famiglia Cucchi. Intanto continua a dare spazio nel suo partito agli unici veramente no-euro e unici mestatori su Covid e vaccini ancora in circolazione. Non pronuncia la parola Putin, non prende posizione seriamente sull’aggressione russa all’Ucraina. Visto in controluce, avendo davanti il civile e costruttivo scambio di idee tra Letta e Meloni, Salvini sembra un perdente rabbioso e un po’ rintronato. Chissà cosa ne sarà, perché la politica qualche regola ce l’ha e l’alleanza che attualmente chiamiamo centrodestra non si capisce più bene che fondamento abbia, non solo nelle grandi visioni da offrire all’Italia ma anche nella condotta quotidiana dell’alleanza

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

Enrico Letta (che non sbaglia un colpo) ricorda a Volodymir Zelensky le regole della diplomazia, anche a dispetto del sostegno generale intanto per l’Ucraina

 

Fatto #2

Si sgonfia lo scontro sulla delega fiscale. Mario Draghi ha visto i rappresentanti dei gruppi parlamentari del centrodestra, dai quali erano venute intimazioni a ripensare ai contenuti della delega, e li ha rassicurati. Nessuno minaccia più crisi né pone condizioni impossibili. La partita è sembrata molto propagandistica, anche perché l’esito più probabile è che l’intera delega non arrivi al traguardo, e questo sarebbe un fallimento generale, di tutti, e porterebbe e campagne elettorali grottescamente centrate su ciò che non si è fatto per la propria volontà, una specie di autocritica collettiva, eccessiva anche per gli elettori italiani. Poi tocca a un Consiglio dei ministri dal quale sono state sfilate le questioni energetiche, cioè le più significative.
 

Fatto #3

Febbraio ultimo fuoco, con ripresa della produzione industriale, e poi arrivano le conseguenze della guerra. Ma lo stesso Istat dice che non è facile misurarle e che, forse, non sono così gravi per l’economia, perché intanto sono ripartiti con molta forza gli investimenti e il nostro sistema dei prezzi, grazie a un’economia aperta, può reggere allo choc energetico

 

Oggi in pillole