Vladimir Putin (Ansa)

DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Il Cremlino prende tempo sul pagamento del gas in rubli

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Insomma, anche il grande piano nazionalista monetario per imporre (imporre?) pagamenti in rubli e solo in rubli finisce nel cestino delle proroghe. Il Cremlino o chi per lui ha fatto sapere che, sì, ora vediamo, però ci vuole altro tempo per far scattare il tassativo, tassativo!, ordine di usare solo i rubli. La decisione del milleproroghe alla russa arriva mentre il governo tedesco (e la Germania è il paese più tributario dell’energia russa) fa sapere di aver avviato il primo grado della procedura di emergenza per mandare avanti il paese anche senza la fornitura di gas russo e mentre il governo polacco programma la rinuncia al petrolio russo entro il 2024. Insomma, è bastato un accenno di paura, la minima prospettiva di restare a rimirare tanto gas e tanto petrolio in casa, oltre a un sacco di rubli, non sapendo però a chi venderli, perché la Russia cominciasse ad abbassare la cresta. Forse è una lezioncina utile, no?

In generale possiamo già dire che il mondo libero e democratico dovrebbe far valere di più l’infrastruttura immateriale che per comodità chiamiamo mercato e che è fatta anche di regole, stato di diritto, spirito imprenditoriale, libera iniziativa. Più o meno quello che, con disprezzo, viene chiamato neoliberismo. Perché ne vediamo solo i lati negativi, le ricadute sociali, umane. Alle quali, tuttavia, si può ben porre rimedio, come insegnano decenni di storia del riformismo e della socialdemocrazia europea. Ma resta il valore della grande infrastruttura immateriale. I cinesi ne sono consapevoli e, da par loro, la hanno semplicemente smontata e rimontata dalle loro parti, senza però importare democrazia e stato di diritto, figuriamoci (condizione instabile, ma al cui mantenimento i dirigenti cinesi dedicano grande attenzione e notevoli sforzi repressivi). Ma l’uso dei meccanismi di mercato ha consentito alla Cina di diventare una potenza industriale e manifatturiera (pur essendo, notoriamente, importatori di energia). I russi, invece, campano di rendita sulle bollette altrui. Ecco una delle ragioni per cui si annoiano e fanno guerre.

Ah, l’intelligence americana dice che Putin ha scoperto di essere stato male o parzialmente informato dai suoi generali sui risultati della guerra e che starebbe prendendo provvedimenti (peraltro di difficile efficacia, visto che il primo a non voler essere informato è lui stesso).

Ah, la tregua non c’è né c’è mai stata, i bombardamenti proseguono ma aumentano anche le notizie sull’inefficienza della macchina militare russa. 

 

Le tre cose principali

Fatto #1

Non si può dire che in Germania non abbiano da fronteggiare una rilevante crescita dell’inflazione. Ugualmente non si curano delle minacce energetiche russe. Anche la Spagna, tranquillamente, si prepara a fronteggiare eventuali riduzioni nella disponibilità di prodotti. Anche perché l’agricoltura è messa in difficoltà per la mancanza dei fertilizzanti esportati da Russia e Ucraina, mentre molte navi cariche di cibo sono ferme nel mar Nero a causa del blocco imposto dalla marina russa. E pure in Italia, è in arrivo l’aggiornamento delle tariffe elettriche di Arera.

 

Fatto #2

Poi ci sono i cinesi. Da giorni il loro trattato di “protezione aggressiva” con le Isole Salomone (dove c’è la Guadalcanal in cui morirono migliaia di americani e giapponesi) mette in agitazione Australia e Nuova Zelanda e, in generale, tutti i paesi che soffrono la potenziale minaccia cinese. In patria, nelle Salomone, potrebbero anche esserci proteste tanto intense da portare a un rovesciamento di governo. Intanto i neozelandesi mettono una pezza conquistando l’amicizia delle Isole Fiji.

 

Fatto #3

Mario Draghi nel pomeriggio ha parlato al telefono con Putin, Joe Biden con Volodymir Zelensky

Uffa, la crisi politica in Italia, ma chi ci crede? Non metterebbe conto neppure di parlarne a cena. Comunque, Giuseppe Conte cercherà una via per votare la fiducia con dentro le spese militari e intanto strappare qualcosa in più per le forme di spesa sociale che più gli stanno a cuore. Niente di speciale e niente di tragico. Tanto che qui diamo la parola al partito che con Conte e i 5 stelle, faticosamente, continua a tentare di procedere, in qualche modo, assieme.

 

Oggi in pillole

Di più su questi argomenti: