Di cosa parlare stasera a cena

Conte e Salvini alle prese con la campagna del Quirinale

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Il provvedimento è di scarsissimo peso e di poca efficacia, oltre che molto discutibile, ma, per Giuseppe Conte, il passaggio alla Camera del ddl sulla regolamentazione delle rappresentanze di interessi, delle lobby, può essere utile per mostrare un po’ di capacità di guida del suo movimento e di capacità di realizzazione politica. Ha bisogno di entrambe per provare a stare al tavolo che conta nell’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Il tempo corre e lui non ha ancora preparato una strategia utilizzabile. Mentre, a svegliarsi un po’ all’improvviso, è stato Matteo Salvini, con una mossa intelligente, e cioè dando la garanzia della permanenza della Lega al governo anche se non ci fosse più Mario Draghi. Significa offrire responsabilità nella gestione di quelli che, si spera molto ragionevolmente, saranno gli ultimi mesi di pandemia, ai quali seguirà un periodo di assestamento molto meno drammatico dal punto di vista sanitario. E significa ribadire la volontà di partecipare alla fase di impostazione del Piano nazionale di ripresa da una posizione di forza. In un colpo solo, insomma, si rassicurano le frange sparse del parlamento intimorite dalle elezioni e i gruppi più strutturati dei partiti intenzionati a stare nella partita dei miliardi di investimenti in partenza. Il tutto senza sbilanciarsi più del dovuto sulla scelta leghista per il Quirinale. Anzi, la linea principale di comunicazione di Salvini resta tutta centrata sulla questione del prezzo dell’energia, con accenti, come al solito, un po’ demagogici, ma anche un gioco facile nel criticare le scelte di politica energetica con cui l’Europa ha reso rarefatte e più costose molte fonti tradizionali di approvvigionamento. Insomma, due leader, Conte e Salvini, alle prese con la campagna del Quirinale, in cui potrebbero perfino finire per convergere su una scelta comune, e che, però, ora preferiscono parlar d’altro sulla scena ufficiale e nella comunicazione basica affidata ai social.

  


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Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

Aspettative di inflazione ancora in salita negli Stati Uniti. Il presidente della Federal Reserve continua a mostrarsi determinato, ma non si sa a cosa (e così danneggia l’intera politica monetaria americana, come scrive da qualche giorno sul Sole 24Ore Donato Masciandaro)

 

Fatto #2

Il turismo che un po’ va e poi rallenta di nuovo ma non ci si muove, tra ripresa dei contagi e riduzione dell’attività, e anche Flixbus taglia le corse

 

Fatto #3

Dov’era Boris Johnson la sera della festa nel giardino del 10 di Downing Street (quella massacrata sui giornali perché tenuta durante il lockdown)? Tutti pensano che fosse, appunto, lì nel giardino, ma lui nega sempre più a fatica. E lo prendono in giro anche quelli che scrivono per giornali compassati

  

Oggi in pillole

  • Alfredo Altavilla e Fabio Lazzerini, presidente e amministratore delegato di Ita, al primo esame parlamentare approfondito dell’attività della nuova compagnia aerea descrivono una situazione peggiore delle aspettative. Dicono di aver realizzato solo il 50 per cento degli obiettivi fissati dal piano industriale per il 2021 e, pressati perché sostengano il personale della vecchia Alitalia, sbottano dicendo che loro non sono la Croce Rossa
  • Gli equivoci, le dimenticanze, gli errori non aiutano a prendere sul serio la battaglia libertaria di Novak Djokovic, travolto ormai dal ridicolo più che dal (presuntissimo) dispotismo sanitario
  • Ritardi nelle opere pubbliche e costi che vanno oltre le previsioni, sembra Italia e invece sono gli Stati Uniti, alle prese con un piano di investimento infrastrutturale simile a quello europeo
  • Il principe Andrea a processo negli Stati Uniti per accuse di violenza sessuale a una minorenne
  • Mascherine rafforzate in Vaticano
  • Mino Raiola operato d’urgenza