Immagine presa dal filmato della televisione russa RU-RTR, veicoli militari russi in attesa di essere trasportati in Kazakistan, 7/1/22 

di cosa parlare stasera a cena

La repressione in Kazakistan e un Grillo molto noioso

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Beppe Grillo non si sa bene più cosa rappresenti né quanto pesi elettoralmente. Ultimamente, in radi interventi, ha mostrato un certo distacco dalle faccende politiche, intese come formazione e gestione di governi, che evidentemente un po’ lo annoiano e un po’ gli restano incomprensibili se non proprio indigeste, ma ha continuato a coltivare il suo tipico andamento intellettuale un po’ casuale, con cui sceglie tesi da appoggiare con fervore pari all’improvvisazione. Si butta su un’idea, se ne innamora, la sostiene spremendo la voce roca e stridula assieme, fa a pezzi le obiezioni, travolge ogni tentativo di dibattito e infine, allineati i suoi sulla battaglia, finisce per dimenticarsi della sua ultima fissazione per passare a un’altra.

   

Oggi tocca alla complessa operazione di contenimento della pandemia. Non proprio un tema nuovo, ma del quale il leader senza carica ma con presenza su schede elettorali e statuto si era occupato tutto sommato poco, forse perché travolto da un problema non risolvibile semplicemente mandando qualcuno a quel paese. Adesso si sveglia, ed è un segno politico più che una vera partecipazione a un dibattito complicato, in cui, tra l’altro, appena parli stai sbagliando qualcosa. Sceglie comunque la via dell’insinuazione morbida, quella degli intellettuali televisivi vagamente, contortamente, anti-vaccinisti. Cita la Johns Hopkins University, The Economist, McKinsey, fonti serie da cui, però, trae solo ciò che gli fa comodo. E fa sue le tesi del neo-polemista Luca Ricolfi, tanto puntuto quanto, qui ci sembra, inconcludente se non per segnalare la propria delusione e insoddisfazione, spaccando capelli in quattro sulla tutela dei diritti civili e personali e cercando buchi nella costituzionalità dell’obbligo vaccinale.

    

È un Grillo particolarmente noioso, come potrete immaginare, che si schiera in astratto per la strategia covid-zero, poi ne constata l’impossibilità, e allora fa una critica del vaccino come strumento unico (cosa mai detta da nessuno), ma fa notizia perché potrebbe anche rappresentare un modo per entrare, dalla principale via traversa, nel dibattito sul Quirinale, dopo che il gruppo parlamentare del movimento da lui fondato e portato alle urne si è schierato simultaneamente per almeno 3 opzioni concorrenti, mostrando che lo slogan “uno vale uno” era stato finora equivocato e si riferiva, a sorpresa, ai candidati per il Quirinale. E potrebbe esserci, qui ricamiamo per darvi spunti a cena, anche uno scenario possibile a mettere in agitazione il fondatore e garante dei 5 stelle ed è quello di un governo guidato da Luigi Di Maio in seguito all’elezione di Mario Draghi alla presidenza della Repubblica. Ha senso, perché si tratta dell’uomo di punta del maggiore gruppo parlamentare e del ministro degli Esteri, cui spetta normalmente la posizione di maggiore prestigio dopo quella del presidente del consiglio, dell’attuale governo. E forse dà ai nervi al Grillo lontano da Roma e dai giochi politici.

 

In Cina, per citare un caso cui Grillo si è interessato, però insistono, in modo assieme violentemente dirigistico e propagandistico, con la strategia dei lockdown totali, in questo caso la fine delle restrizioni viene ulteriormente spostata avanti nel tempo.

 

E la fatica, a farsi capire e accettare politicamente, di chi cerca di tenere una linea non estremista ma sufficientemente efficace, come accade in Italia e in Europa

     


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Le tre "cose" principali

Fatto #1
Ordine riportato in Kazakistan usando la forza e la collaborazione interessata della Russia

   

Fatto #2
la disoccupazione negli Stati Uniti scende ancora, ma la creazione di nuovi posti si ferma a 199.000 contro un’attesa di 450.000 e la decisione della Fed sul rialzo dei tassi (che prendeva le mosse proprio dal miglioramento drastico del mercato del lavoro) potrebbe essere derubricata per qualche mese ancora

  

Fatto #3

Succede che Forza Italia sia l’unico partito con un progetto sensato e ordinato di politica energetica. È un fatto abbastanza sorprendente, visto anche l’andamento elettorale e il peso politico dei berlusconiani. Forse succede perché è un partito costretto a prendere posizioni nette per dare sostanza alla sua azione politica, schiacciata un po’ dalle presenze ingombranti e scalpitanti, ma confusionarie, e per di più in competizione tra loro, di Lega e Fratelli d’Italia nello stesso polo di centro-destra.

 

Per fare un esercizio provate a mettere a confronto queste proposte con quelle dei 5 stelle, ossessionati ormai in modo apparentemente patologico dal bonus sulle ristrutturazioni.

  

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