Di cosa parlare stasera a cena

Una legge di Bilancio figlia di tutti e di nessuno

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Sì, il Parlamento si è maltrattato da solo, molto, ed è stato anche, un po’ necessariamente, maltrattato dagli altri poteri costituzionali. Ma poi, anche in questi frangenti difficili, viene fuori che, perfino questa maggioranza accozzaglia, è riuscita, per vie molto traverse, a mettere a segno qualche colpo interessante. Solo che resta tutto un po’ in sospeso. Tra il governo che, anche con ministri abbastanza convinti di sé stessi, come Andrea Orlando, è come se non firmasse politicamente le sue decisioni. Certo, tutto è reso anodino dalla eterogeneità della maggioranza, ma questa volta varrebbe la pena di essere un po’ più presenti e rivendicare ciò che si è realizzato. Mentre i parlamentari non puntano certo sulla rivendicazione dei risultati politici per la loro difficile rielezione, ma cercano solo di piazzarsi più vicino possibile al potere interno ai loro partiti. Stiamo vivendo l’assurdo, politicamente parlando, di un taglio delle tasse (per quanto discusso, ma con argomenti confusi, in termini redistributivi) senza un genitore, uno zio, un parente anche alla lontana, quando, in passato, per riduzioni Irpef molto minori si ingombrava per mesi la comunicazione pubblica. C’è qualcosa che frena, forse è un errato parallelo con il governo di Mario Monti. Si è scritto tante volte che in quel caso il fuggi fuggi politico e partitico fu dettato dall’aver sostenuto un governo che toglieva anziché dare. E, sempre ipersemplificando, si è anche detto che questa volta l’aria è diversa e i verbi da usare sono l’esatto opposto di quelli del governo Monti. Lo ha detto e ripetuto lo stesso Mario Draghi, allontanando da sé il fantasma dell’austerità riparatrice. Allora, perché non dare una maggiore enfasi ai risultati di ciascun partito? Un po’ lo fanno i ministri di Forza Italia, ma le loro parole risuonano un po’ a vuoto, sanno un po’ di solitudine. Non ci prova con piena convinzione neanche il Pd, che pure, qui riportiamo la parte relativa al lavoro con la revisione degli ammortizzatori sociali e il loro allargamento, avrebbe qualcosa di cui dare conto positivamente al proprio elettorato. Sì, c’è una quota di usuale presa di distanza dai governi tecnici di varia natura, come è comunque, pur tra tante peculiarità, quello di Draghi. Ma c’è anche un’influenza negativa che arriva dalla lotta per il Quirinale. Come se si dovesse mantenere una misura di distanziamento da questo governo e dal suo presidente del Consiglio.

 

 

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Appunto, l’attività di governo non si ferma e, anzi, tiene aperta molto a breve la possibilità di una scelta forte per il controllo della diffusione dei contagi assieme al mantenimento delle condizioni più piene possibile di attività sociale ed economica. È quell’obbligo di green pass ottenuto con la vaccinazione piena per accedere ai luoghi di lavoro, stornato ieri e già riproposto per la riunione del 5 gennaio. Tra pochi giorni bisogna decidere e, anche, intestarsi quella decisione.

 

Fatto #2

Peggio dei no vax ci sono quelli che si applicano a confondere le idee e proseguono il talk show nella vita quotidiana mentre le autorità sanitarie continuano il fine tuning regolatorio per adeguarsi alle condizioni continuamente in movimento della pandemia. Adesso bisogna cercare di dare la massima significatività possibile ai tamponi rapidi per evitare un collo di bottiglia micidiale. Qui c’è il caso del Lazio e di altre regioni,

 

Fatto #3

Romano Prodi, con cognizione, sul gas italiano e perché usarlo

 

 

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