(foto LaPresse)

di cosa parlare stasera a cena

La vittoria all'Europeo è il simbolo di un'Italia affamata

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

La bella storia della Coppa vinta e portata in Italia ormai è stata raccontata. Tutti sanno tutto. A cena, avremo la gioia rigustata e resa ancora più piacevole proprio da questa addolcente certezza. Per la verità c’è una coda, come dire, trumpiana, perché da Londra arriva la richiesta di rigiocare la finale, un po’ come il riconteggio dei voti di un’elezione persa. Niente da temere, comunque, l’Italia ha vinto il campionato europeo, (e intanto, per dire, Matteo Berrettini usciva da Wimbledon col sorriso di chi sa che tornerà da quelle parti con ottime carte), è tutto vero, e non c’è neanche, e questo è strano, quella punta di malinconia che accompagna tutte le vittorie.

È un rarissimo caso di festeggiamento senza magone, di celebrazione senza pulce nell’orecchio, di trionfo senza memento mori. Forse c’è una spiegazione molto banale ma valida e tutta interna alla vicenda sportiva: i mondiali sono talmente vicini, un anno e mezzo, da non darci il tempo di indugiare, perché gli impegni premono (e tra un anno e mezzo alcuni grandi giocatori saranno recuperati). C’è da fare, per fortuna. Niente spleen da vittoria, anzi. È ovviamente anche il clima generale e la sofferenza collettiva affrontata a non darci il tempo né il modo di sentirci satolli di soddisfazione. Forse è in questo la chiave della risposta che potrebbe arrivare dalla società italiana al trionfo azzurro. È stato un assaggio, meraviglioso, ma c’è ancora fame. Non solo nello sport, perché di successi da cogliere ce ne sono tanti altri. Però, notate a cena, il governo non si è buttato sulla facile assonanza tra vittoria sportiva e spirito nazionale di ripresa economica. Mario Draghi ha troppo stile, e anche troppa astuzia politica, per uno scivolone del genere. Formalmente, ma in modo disimpegnato, ringrazia e si congratula con squadra, allenatore e tutto lo staff. E la finisce lì. Lasciando un po’ delusi e, perfino più arrabbiati del solito, quanti erano pronti ad accusarlo di una specie di peronismo moderno, tramite sfruttamento delle vittorie calcistiche.

Niente da fare, a Palazzo Chigi lasciano fare e lasciano parlare, e sanno che la gioia sportiva è personale, è di tutti e di ciascuno, e non può essere presa a riutilizzata da altri. Aspettano, però, e lasciano maturare questo clima di soddisfazione senza appagamento. Tornerà utile tra poco, anzi subito. Volete trovare il modo, le parole, anche gli sguardi, per raccontare questa invidiabile condizione di vittoria leggera e felice? Ce n’è a volontà nel pomeriggio al Quirinale degli atleti azzurri. I festeggiamenti non lasciano rimpianti quando sono rivolti non ai presenti, ma a chi non c’è. Lo capiscono tutti quando Sergio Mattarella e Giorgio Chiellini ricordano Davide Astori, per dedicargli questa coppa

 

Le tre cose principali

Fatto #1

Però, attenzione. Da una cronaca laziale il segnale preoccupante al quale stanno rispondendo in pochi e, soprattutto, senza dare l’impressione di una strategia cera di contenimento di questa nuova fase. Sembra che sia solo in corso un allentamento delle regole, che poi corrisponde a un’eliminazione di esse, e non c’è bisogno di ripensare alle immagini di abbracci e contatti ravvicinati durante i festeggiamenti, o di mostrarle. E uno sguardo alle tendenze in altri paesi per la diffusione della variante Delta. Insomma, servono le vaccinazioni più che mai. E servono le seconde dosi. Ma, ora che il numero dei vaccinati cresce, viene in evidenza il gruppo dei contrari alla vaccinazione, e diventa un problema sociale, perfino di convivenza. Negli Usa, per la campagna trumpiana e, in parte, repubblicana, la contestazione anti-vaccini è forte

Fatto #2

A Cuba ci sono proteste mai viste come intensità da almeno trent’anni, ma stavolta contro gli avanzi di una dittatura. La beffa, per il regime, sarebbe crollare per una crisi sanitaria, mentre da decenni vantano i loro dignitosi ospedali e le loro buone cure per tutti e, stavolta, hanno anche provato la realizzazione di una specie di vaccino autarchico, e forse ottenuto qualche risultato, mai arrivato però all’approvazione degli enti internazionali. Ah, come non pensare poi, di fronte alla crisi sanitaria cubana e alle persone in piazza (che non è come protestare qui, lì si prendono botte e detenzione e torture sistematicamente), al plotone di medici cubani spediti in Italia all’inizio della pandemia per portare aiuto. Grazie, figuriamoci, però attenzione anche alla situazione che avete lasciato a casa.

Fatto #3

Il mondo vuole tante macchine utensili italiane (sarebbe la ripresa, ma più forte delle attese, lo dicono gli industriali del settore e ci possiamo credere). Ok, ma non esageriamo. Perché è difficile fare il verdismo in un solo paese (vabbé, Eu è come un paese, che piaccia o no ai sovranisti). 

Oggi in pillole

- Il lavoro perso durante la pandemia è stato soprattutto quello degli indipendenti (una volta si chiamavano autonomi).

- A Cosenza e dintorni correte a questa iniziativa e, in generale, a qualunque cosa venga organizzata da Sandra Savaglio, la nostra astrofisica di fama mondiale momentaneamente in forza all’amministrazione calabrese.

- La matematica del cavolo.

Di più su questi argomenti: